Sir William Frederick Herschel
Nato ad Hannover come Friedrich Wilhelm, uno dei dieci figli di Isaac Herschel, oboista e direttore della banda della Guardia di Hannover, che sebbene privo di una istruzione formale educò i figli nella musica, filosofia e astronomia.
Il diciassettenne William nel 1755 apparteneva, col fratello Jacob, alla banda del reggimento delle Guardie di Hannover che fu trasferito in Inghilterra quando Giorgio II unì i regni di Hannover e di Inghilterra.
Imparò ben presto l’inglese e a 19 anni cambiò il suo nome in William Frederick.
Ottimo musicista, suonava il violino, l’oboe e l’organo, divenne insegnante di musica e direttore di banda, compose numerosi lavori tra cui 24 sinfonie, concerti e musica sacra, quasi del tutto dimenticati. Dopo aver diretto orchestre a Newcastle, Leeds, Halifax divenne Maestro di cappella a Bath.
Qui fu raggiunto dal fratello Alexander e dalla sorella Caroline, soprano.
La musica lo fece interessare alla matematica e più tardi all’astronomia, nel 1773 costruì alcuni telescopi e conobbe Nevil Maskelyne, a quel tempo Astronomo Reale.
Fece osservazioni sulla Luna, determinando l’altezza delle montagne lunari, e lavorò ad un catalogo delle stelle doppie.
Nel 1781, il 13 marzo, fece la scoperta che lo rese famoso e lo fece decidere di dedicarsi a tempo pieno all’astronomia, quando da casa sua a Bath scoprì il pianeta Urano.
Battezzò il nuovo pianeta Georgium Sidus (Stella di Giorgio) in onore di Giorgio III, ma il nome non ebbe seguito e il pianeta fu noto in Francia col nome Herschel, finché venne chiamato definitivamente Urano. Tuttavia Giorgio III gli concesse uno stipendio di 200 £ e potè dedicarsi solo all’astronomia.
Nello stesso anno fu eletto alla Royal Society ed ebbe la Medaglia Copley.
Nel 1782 fu nominato Astronomo Reale e si trasferì con la sorella Caroline a Datchet. Si trasferi poi a Windsor e nel 1786 a Slough, dove visse per il resto della vita in una casa nota come ‘Observatory House’ che fu demolita nel 1963 per costruire un palazzo di uffici. Qui si sposò nel 1788 con una vedova, Mary Pitt Baldwin, e nel 1792 ebbero l’unico figlio John William.
Continuò a costruire ottimi telescopi riflettori che vendeva ad altri astronomi (si calcola che ne costruì più di quattrocento), sempre più potenti, il più grande con una lunghezza focale di 40 piedi (12 m) e un’apertura di 50 pollici (126 cm).
Con questo telescopio nel 1787 osservò i satelliti di Urano, Titania e Oberon, e nel 1789 due satelliti di Saturno, Mimas e Encelado. I nomi dei satelliti non furono dati anche stavolta da lui, ma dal figlio John nel 1847 e 1852.
Il grande telescopio era tuttavia poco maneggevole e molte sue osservazioni vennero fatte con altro telescopio, da 20 piedi.
Lavorò molto anche sulle stelle doppie e nebulose, insieme alla sorella, e scoprì che molte stelle doppie erano sistemi binari mostrando per la prima volta che la legge della gravitazione di Newton si poteva applicare al di fuori del sistema solare.
Nel 1800, studiando con un termometro differenziale il calore associato ai diversi colori dello spettro solare, notò che la zona più ‘calda’ si trovava fuori dallo spettro visibile, prima del rosso, scoprendo così la radiazione calorifica ‘oscura’ che ora chiamiamo radiazione infrarossa (Il lavoro con il quale annunciava le sue misure e la scoperta dell’infrarosso è pubblicato nello stesso numero delle Transactions della Royal Society che contiene la lettera sulla Pila di Alessando Volta).
Nel 1802 coniò la parola asteroide (dal greco ‘a forma di stella’) per descrivere sia i pianeti minori (dopo la scoperta di Pallas da parte di Olbers) che i satelliti dei pianeti giganti.
Curiosamente credeva che tutti i pianeti fossero abitati e persino il Sole, che secondo lui aveva uno strato interno freddo, protetto dalla rovente atmosfera, quella che noi vediamo, da uno spesso strato di nuvole.
Nel 1816 fu nominato Sir dal Principe Reggente. Nel 1820 fondò, insieme ad altri, la Astronomical Society di Londra che nel 1831 diventerà Royal Astronomical Society.
Morì nella sua casa-osservatorio e fu sepolto nella vicina chiesa di St. Lawrence di Upton dove si era sposato.
La sua casa di Bath, dove aveva scoperto Urano, è ora diventata William Herschel Museum.
Col suo nome sono stati battezzati Crateri sulla Luna, su Marte e sul satellite di Saturno, Mimas, oltre ad un asteroide 2000 Herschel e la stella μ-Cephei, una delle più grandi stelle dell’universo.
A lui inoltre sono stati dedicati il William Herschel Telescope (WHT) a Las Palmas (Canarie) e l’Herschel Space Observatory (HSO) progettato dalla Agenzia Spaziale Europea (ESA), il più grande osservatorio spaziale, lanciato nel 2009 insieme al radiotelescopio Planck Surveyor, e posizionato nel ‘punto di Lagrange’ del sistema Sole-Terra a 1,5 milioni di chilometri. Nel 2013 il telescopio ha esaurito il quantitativo di elio necessario per mentenere la temperatura degli strumenti prossima allo zero assoluto e permetterne il funzionamento, concludendo così la missione.
La missione, denominata FIRST (Far InfraRed and Sub-millimetre Telescope), ha coperto tutte le lunghezze d’onda dall’infrarosso alle submillimetriche e, col suo specchio di 3,5 m dispiegato nello spazio, si è specializzato nell’osservazione delle galassie ‘neonate’, a qualche milione di anni luce.