Sir John Frederick William Herschel
Figlio di William e nipote di Caroline, crebbe alla Casa-Osservatorio, con i suoi telescopi, dove si faceva musica, si discuteva di scienza, filosofia e religione e fu istruito soprattutto dalla zia che faceva con lui esperimenti di fisica e chimica.
A scuola ebbe qualche problema quando fu iscritto a Eton a otto anni, ma veniva deriso dai ragazzi più grandi e la madre lo ritirò dopo pochi mesi, iscrivendolo a scuole pubbliche e facendolo seguire a casa da un istitutore di matematica per prepararlo agli esami di ammissione a Cambridge.
Nel 1809 entrò al St.John’s College di Cambridge dove fece amicizia con i futuri matematici George Peacock e George Babbage e nel 1812 con loro fondò la Analytical Society che si proponeva di introdurre nelle università inglesi i metodi matematici continentali dell’analisi, quelli dei d’Alembert, Eulero, Lagrange allora del tutto ignorati, anche se il loro insegnante, Robert Woodhouse, aveva già scritto un trattato sull’approccio leibniziano. Insieme a Peacock tradusse il Traité du calcul différentiel et du calcul intégral di Lacroix, ma la loro Società ebbe vita breve.
Nel 1813 si laureò, risultando primo agli esami finali, con Peacock secondo, mentre Babbage si era ritirato perchè non poteva competere con lui.
A seguito di questa graduatoria ebbe il primo premio Smith e fu eletto ‘fellow’ del St.John’s ed anche della Royal Society alla quale aveva inviato un suo saggio di matematica per la pubblicazione.
Fino al 1820 si dedicò alla matematica, pubblicando vari saggi, anche se inizialmente aveva, a sorpresa, iniziato studi legali scoraggiato persino dal padre che voleva invece per lui una carriera ecclesiastica.
Nel 1816 passò le vacanze in famiglia e decise di dedicarsi all’astronomia, anche per continuare il lavoro del padre che ormai aveva 78 anni e una salute incerta.
Nel 1819 pubblicò anche i suoi esperimenti di chimica e fotografia che, 20 anni dopo, si rivelarono importanti per lo sviluppo della tecnica fotografica.
Nel 1820, insieme a Babbage, contribuì a fondare la Astronomical Society e fu eletto vice-presidente e nel 1821, a riprova della sua versatilità, ebbe la Copley Medal dalla Royal Society per suoi lavori di matematica anche se ormai si era dedicato ad altro.
Rimase amico di Babbage e insieme intrapresero viaggi in Italia e Svizzera nel 1821, ’22 e ’24, per dedicarsi ad ascensioni alpinistiche, con interessi anche scientifici, e per incontrare altri scienziati come Arago, Biot, Laplace a Parigi, Fraunhofer e Fox Talbot a Monaco e la zia Caroline che era tornata ad Hannover.
Nel 1822 pubblicò il suo primo lavoro di astronomia e nel 1824 la sua opera maggiore, un catalogo delle stelle doppie, al quale aveva contribuito in modo determinante Caroline. Per questo lavoro ebbe il Premio Lalande dall’Accademia di Parigi e una medaglia d’oro dalla Astronomical Society.
Continuò a lavorare sulle stelle doppie, calcolando le orbite di quelle gravitanti attorno ad un centro, anche qui con l’aiuto della zia, ed ottenne la Royal Medal dalla Royal Society.
Nel 1830 pubblicò il Discourse on Natural Philosophy del quale Faraday scrisse : I took it as a school book for philosophers, and feel that it has made me a better reasoner and even experimenter, and has altogether heightened my character, and made me, if I may be permitted to say so, a better philosopher.
Nel 1824 era diventato Segretario della Royal Society (si dimise nel 1827) e nel 1831 fu proposto come Presidente, da Babbage, come leader dei ‘riformisti’ contro la corrente più conservatrice, ma perse la elezione. Divenne però presidente della Astronomical Society e fu nominato Sir.
Forse per la delusione per la mancata elezione decise di trasferirsi al nuovo Osservatorio Reale, al Capo di Buona Speranza, in Sudafrica, fondato allo scopo di osservare e catalogare le stelle dell’emisfero australe. Partì nel 1833 con la moglie Margaret Brodie Stewart, sposata quattro anni prima, e col suo telescopio rifrattore da 20 piedi.
Tra le osservazioni fatte in Sudafrica vi è quella della cometa di Halley, al suo passaggio del 1835, e ipotizzò, per calcolarne l’orbita, forze repulsive dovute al vento solare, nonché l’evaporazione di gas dalla cometa stessa. Osservò anche la Nube di Magellano ipotizzando che fosse costituita di stelle.
Nel 1838 tornò in Inghilterra con l’intento di effettuare i calcoli relativi alle tante osservazioni fatte, lavoro che completò solo nel 1847, perchè occupato in altre cose, e gli valse una seconda Medaglia Copley dalla Royal Society.
Nel 1839 venne casualmente a conoscenza del lavoro di Daguerre sulla fotografia e senza conoscerne i dettagli riuscì a ottenere fotografie dopo pochi giorni. Quando venne a visitarlo Fox Talbot per discutere i dettagli dei loro indipendenti esperimenti, in particolare il problema del fissaggio dell’immagine, si fece dare una foto e dopo pochi minuti la restituì dicendo "I think you’ll find that fixed": aveva usato il fissatore ad iposolfito di sodio già ideato 20 anni prima. Coniò inoltre i termini fotografia, negativo e positivo.
Poteva essere a buon diritto considerato l’inventore della fotografia se avesse continuato i suoi esperimenti così precoci, ma probabilmente, oltre ad avere troppi interessi contemporaneamente, non era stimolato a sviluppare la tecnica fotografica dato il suo talento artistico nel disegno.
Nel 1842 divenne Rettore del Marischal College di Aberdeen e nel 1845 presidente della British Association di Cambridge, ma nel 1850 prese una decisione sconcertante, rifiutando l’elezione al Parlamento come rappresentante dell’Università di Cambridge ed anche la candidatura alla presidenza della Royal Society per accettare la direzione della Zecca.
L’incarico, nel pieno di una riforma monetaria, si rivelò pieno di difficoltà, col personale e col Tesoro, e soprattutto gli impediva di dedicarsi ad un’attività scientifica, l’unica per la quale si sentiva portato, per cui si dimise.
La sua salute si era deteriorata per il lavoro alla Zecca e si ritirò a Collingwood dedicandosi solo all’attività scientifica, per completare molti lavori che lui e suo padre avevano intrapreso, ma mai portato a termine, e, nel tempo libero, alla traduzione in versi dell’Iliade.
Scrisse anche alcuni articoli sull’astronomia per la 8° ed. della Enciclopedia Britannica.
Non ebbe più grandi risultati scientifici, ma alla morte era considerato il più grande scienziato inglese del suo tempo: In John Frederick William Herschel British science has sustained a loss greater than any which it has suffered since the death of Newton, and one not likely to be replaced... come ricordò il suo necrologio, ma soprattutto si fece notare che ancora più importante … was the influence of his teaching and example in wakening the public to the power and beauty of science.
Fu sepolto in Westminster Abbey vicino a Newton.