Marcello Conversi
Si laureò in fisica all’Università di Roma nel 1940 con Bruno Ferretti.
Brillante studente, fu subito coinvolto nell’attività sperimentale di ricerca sui raggi cosmici all’Istituto Nazionale di Geofisica insieme a Oreste Piccioni.
Il principale problema al tempo era quello delle ipotizzate particelle di massa intermedia tra elettrone e protone che erano state rivelate da molti, ma di difficile interpretazione, il cosiddetto mesotrone (poi mesone) sul quale Yukawa aveva costruito la sua teoria.
Sotto l’occupazione tedesca di Roma, tra avventurose fughe dagli obblighi militari di Piccioni e violazioni del coprifuoco di Conversi, esonerato dal servizio militare, i due continuarono gli esperimenti e le pubblicazioni e, in quel caotico 1943, svilupparono la tecnica delle registrazioni “di coincidenza a piccoli tempi di separazione” che permette di misurare, con grandissima precisione, il tempo intercorrente fra la creazione del mesotrone e la sua disintegrazione con la comparsa di un elettrone, determinandone la cosiddetta vita media.
Ha scritto Giorgio Salvini: Questa finissima capacità di misurare tempi brevi è la base del lavoro che ha portato al grande risultato…
Infatti, assieme a Oreste Piccioni e successivamente a Ettore Pancini, svolse negli anni della guerra e in quelli immediatamente successivi un’importante serie di esperimenti che portarono alla scoperta della particella in seguito nota come muone. (vedi Esperimento CPP)
Dal 1950 al 1958 fu professore di Fisica Superiore all’Università di Pisa e alla Nornale, passando in seguito all’Università di Roma dove insegnò Fisica Superiore fino al 1987.
Tra i suoi laureati Carlo Rubbia, e tra i suoi allievi famosi fisici sperimentali delle particelle come Paolo Franzini, Marcello Cresti, Italo Mannelli e tra i collaboratori Giorgio Salvini, Ugo Amaldi e Carlo Bernardini. Ricorda Rubbia che non ha mai tentato di dominare la personalità dei giovani allievi. Cercava invece d’ispirarli, di guidarli e noi tutti conserviamo, pensando a lui, un senso di libertà e, cosa ancora più importante, la coscienza delle nostre responsabilità che è riuscito a instillarci.
A Pisa diresse negli anni Cinquanta il progetto per la realizzazione di un avanzato centro di calcolo elettronico (il Centro Studi Calcolatrici Elettroniche, CSCE) seguendo un suggerimento che Enrico Fermi aveva dato a lui, Giorgio Salvini e Gilberto Bernardini durante il Congresso di Varenna del 1954. Da questa iniziativa nacque la scuola di informatica italiana e la costruzione del CEP il primo calcolatore elettronico italiano.
Per questo ottenne nel 1961 la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica.
Tra le altre ricerche portate avanti da Conversi negli anni successivi vanno ricordate quelle sull’utilizzo di nuovi rivelatori di particelle; insieme ad Adriano Gozzini introdusse nel 1950 il ‘flashtube’ precursore della camera a scintilla (spark chamber) divenuta un’attrezzatura standard nella fisica delle particelle elementari.
Al CERN fu nel Comitato scientifico dal 1969 al ’75 divenendone anche vicepresidente. Lavorò ad esperimenti sulle interazioni deboli al protosincrotrone PS e poi al SPS dal 1976 sulle particelle a vita breve, sviluppando tra gli altri le prime camere a bolle e la BEBC (Big European Bubble Chamber).
È scomparso prematuramente, all’età di 71 anni, per un infarto, quando aveva ancora in mente idee per esperimenti ai Laboratori sotterranei INFN del Gran Sasso.