Jacques Cassini
Nacque nell’Osservatorio Astronomico di Parigi, dove abitavano i genitori, Gian Domenico Cassini e Geneviève de Laistre.
Fu istruito al Collège Mazarin sotto la guida di Varignon, col quale a quattordici anni discusse la sua tesi sull’ottica. A diciassette anni fu ammesso all’Accademia delle Scienze e iniziò a lavorare col padre. Nel 1698 visitò Londra dove incontrò Newton, Flamsteed e Halley e fu ammesso alla Royal Society.
Dal 1709 assunse il suo posto di Direttore dell’Osservatorio di Parigi, precedentemente occupato dal padre.
Nel 1713 propose un nuovo metodo per la misura della longitudine basato sulle occultazioni di stelle e pianeti da parte della Luna e sostenne ancora di più l’errata convinzione dell’allungamento della Terra ai Poli. Non si sa se questo accanimento fosse dovuto a patriottismo, contro le idee inglesi soprattutto di Newton, o fosse un senso di lealtà alla famiglia e alle idee paterne.
Solo nel 1733 Giovanni Poleni mostrò che sia l’allungamento che l’appiattimento erano compatibili con i grandi errori sperimentali.
Ebbe anche una istruzione legale e intraprese una parallela carriera amministrativa e finanziaria facendo parte della Camera dei Conti che si occupava dell’amministrazione reale, in particolare dei terreni della Corona. Nel 1716 fu ammesso alla Corte di giustizia e nel 1722 al Consiglio di Stato.
Sposò Suzanne Charpentier ed ebbero tre figli, il maggiore seguì le orme del padre alla Camera dei Conti, il minore intraprese la carriera militare e il secondo César-François diventerà astronomo.
Nel 1733 intraprese una nuova misura di longitudine per sostenere la sua idea della forma della Terra esposta in De la grandeur et de la figure de la terre (1722) e, come lui aveva fatto col padre, ebbe come collaboratore il giovane figlio César-François.
I dati, come prima non decisivi, stimolarono però le grandi spedizioni geodesiche del 1735 di La Condamine e Bouguer in Perù e del 1736 di Maupertuis in Lapponia che fornirono una grande evidenza per l’appiattimento della Terra ai Poli, anche se non convinsero Cassini a rivedere le proprie idee.
Tra le sue importanti osservazioni astronomiche si ricorda quella del moto proprio delle stelle nel 1738, ma scrisse anche di elettricità, di barometri, di rinculo delle armi da fuoco e di specchi. Dal 1740 collaborò soprattutto col figlio nel suo progetto di carta della Francia e nel 1756 mentre era in visita al suo Castello di Thury la sua carrozza si capovolse e perì nell’incidente.
— Vedi anche le biografie di Giovanni Domenico Cassini (I) – César-François Cassini de Thury (III) – Jean-Dominique, Conte di Cassini (IV).