Vanna Tongiorgi Cocconi

Vanna Tongiorgi si iscrisse nel 1935 al corso di laurea in Fisica presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Milano, corso istituito quello stesso anno da Giovanni Polvani.

Nell’autunno 1938 iniziò il lavoro di tesi sui raggi cosmici sotto la supervisione di Giuseppe Cocconi, laureato l’anno prima a Milano e appena tornato da un periodo di sei mesi a Roma, dove aveva collaborato con Enrico Fermi.

Insieme pubblicarono nel 1939 il lavoro Sulla radiazione secondaria dei raggi cosmici, primo prodotto di una collaborazione scientifica che durerà quasi cinquant’anni.

Vanna continuò a fare ricerca presso l’Università di Milano mentre nel 1942 Giuseppe vinse la cattedra di fisica all’Università di Catania, ma potrà recarsi nella città siciliana solo alla fine del 1944 a causa della Seconda Guerra Mondiale.

Nel 1945 si sposarono, e due anni dopo si trasferirono negli Stati Uniti, alla Cornell University, dove rimarranno fino al 1963 e dove nacquero i due figli, Anna e Alan.

Proseguì negli Stati Uniti le sue ricerche sui raggi cosmici, sola e in collaborazione col marito, con diversi esperimenti nei laboratori dell’Università e nelle Montagne Rocciose. Individuò il fenomeno detto ‘spallation’ (processo di frammentazione di un nucleo in più parti per collisioni con particelle di alta energia) e grazie a questo notò che i raggi cosmici producono un numero inaspettatamente alto di neutroni quando colpiscono determinati bersagli. Con il fisico Ralph Shutt portò avanti ricerche presso il Laboratorio Nazionale di Brookhaven (NBL), ottenendo importanti risultati con fasci di protoni.

Tra il 1959 e il 1961 si trasferì con Giuseppe, in periodo sabbatico al CERN di Ginevra, dove lavorò con i primi acceleratori di particelle utilizzati in quei laboratori, il Sincro-ciclotrone e il Proto-sincrotrone (PS). Insieme torneranno al CERN dopo il 1963, per rimanervi per il resto della loro carriera.

Fu il cuore del progetto di collaborazione europea di una camera a bolle per le alte energie  (Big European Bubble Chamber – BEBC) per 18 anni, fino al suo pensionamento nel 1982. Nelle parole dei colleghi, alla gentilezza univa un rigore nel lavoro, che si manifestava anche nel corso della revisione degli articoli prodotti nell’ambito del progetto.

Morì nel 1997 (Giuseppe nel 2008), una coppia unita e affiatata nel lavoro e nella vita.

Come si legge nel necrologio comparso sul ‘CERN Courier’: era una grande lavoratrice e un eccellente fisico, e allo stesso tempo aveva una maturità unica e un giudizio infallibile, che esprimeva con gentilezza. Amava l’arte e le montagne. Ogni sabato mattina lei e Giuseppe visitavano le gallerie di Ginevra. La sua guida era sempre apprezzata, che si trattasse di consigliare giovani fisici o, con il marito, di iniziare i propri colleghi alla loro prima discesa fuori pista della Vallée Blanche a Chamonix.