Richard P. Feynman
Figlio di Melville, un emigrato ebreo dalla Bielorussia, uomo d’affari di scarsa fortuna con una grande passione per la scienza, e di Lucille Phillips proveniente da una famiglia di ebrei polacchi (la P. del secondo nome è proprio il cognome della madre), fu avviato fin dall’infanzia, con grande determinazione, allo studio delle scienze (sull’Enciclopedia Britannica!). Si costruì anche un piccolo laboratorio per esperienze di elettricità ed era autodidatta in matematica. Amava la matematica poco convenzionale e divertente e conosceva la trigonometria, il calcolo differenziale e integrale molto prima di incontrarli a scuola; amava anche le competizioni matematiche e nel suo ultimo anno di scuola superiore vinse il Campionato Matematico della New York University. Nonostante i suoi buoni voti in matematica e scienze incontrò difficoltà ad entrare all’Università, a causa del fatto che agli ebrei erano riservate a quei tempi quote molto basse di iscrizioni.
Fu accettato finalmente al MIT nel 1935 e seguì prima i corsi di matematica, poi di ingegneria elettrotecnica e finalmente di fisica teorica. Non c’erano corsi di meccanica quantistica e quindi studiò da solo Dirac (Principi di Meccanica Quantistica), che rimase per tutta la vita il suo mito. Per il suo Ph. D. scelse Princeton, ma ancora ebbe difficoltà ad entrare, nonostante i migliori voti in fisica e matematica che mai si fossero visti; infatti i suoi voti in storia, letteratura e arte erano i peggiori – inoltre era ebreo. Fu comunque accettato, con John A. Wheeler come supervisore, e al suo primo seminario erano presenti tra gli altri Einstein, Pauli e Von Neumann. Il suo proposito era di sviluppare un nuovo approccio alla meccanica quantistica basato sul principio di minima azione. Ottenne il Ph. D. nel 1942.
Nel frattempo gli Stati Uniti erano entrati in guerra e il suo maestro Wheeler era andato a Chicago a lavorare con Fermi. Robert R. Wilson gli propose di lavorare a Princeton alla separazione dell’uranio 235 dall’uranio 238. All’inizio il suo no alla proposta fu deciso, poiché stava finendo il suo lavoro di tesi, poi: … I went back to my thesis – for about three minutes. Then I began to think. The Germans had Hitler and the possibility of developing an atomic bomb was obvious, and the possibility that they would develop it before we did was very much of a fright.
Intanto, nonostante la decisa opposizione della famiglia, si sposò con la sua ragazza di sempre, Arlene Greenbaum, malata di tubercolosi, e si trasferì a Los Alamos per lavorare al ‘Progetto Manhattan’ alla divisione teorica di Hans Bethe.
La moglie morì nel 1945 appena prima del primo test della bomba. Questo fatto lo segnò per sempre, anche se ebbe poi numerose relazioni e si risposò due volte e con la terza moglie (l’inglese Gweneth Howard) ebbe due figli, Carl (in onore di Carl Anderson lo scopritore del positrone, nel 1962) e Michelle (adottata nel 1968).
Dopo la guerra fu nominato Professore di Fisica Teorica alla Cornell University (chiamato da Bethe), dedicandosi prevalentemente all’insegnamento. Dopo un anno sabbatico in Brasile, dove tra le ricerche e le lezioni si dedicò attivamente alla samba e al suo amato bongo, fu chiamato al Caltech (California Institute of Technology) nel 1950, dove ritornò alle sue ricerche sull’elettrodinamica quantistica e dove rimase per tutta la sua carriera.
Il suo lavoro principale sulla QED, dove introdusse i diagrammi di Feynman per visualizzare graficamente la matematica delle interazioni tra particelle e gli ‘integrali di cammino’, gli fece meritare il Premio Nobel nel 1965, insieme a Julian Schwinger e Sin-Itiro Tomonaga: … for fundamental work in quantum electrodynamics, with deep-ploughing consequences for the physics of elementary particles.
Altri suoi notevoli lavori furono sulla superconduttività, sulla gravitazione, sullo spin e sulla teoria dei ‘partoni’, che aprirono la strada ai ‘quark’.
Membro di tutte le associazioni scientifiche statunitensi e della Royal Society dal 1962, ricevette il Premio Einstein e numerosi altri premi, nonostante detestasse queste associazioni onorarie e i riconoscimenti ufficiali e avesse seriamente pensato di rinunciare persino al Nobel.
Nel 1979 si ammalò di cancro e, dopo l’operazione chirurgica, godette di una grande popolarità pubblica per i suoi libri divenuti a sorpresa dei best seller, grazie alla sua capacità di rendere accessibili e accattivanti i fatti più complessi della fisica, ma anche grazie alla sua versatilità e al suo spirito irriverente.
Fu nominato relatore della commissione di inchiesta sulla tragica esplosione dello shuttle Challenger nel 1986. La storia scientifica e politica di questa indagine è stata raccontata nel libro Che t’importa di ciò che dice la gente, Zanichelli, Bologna, 1989.
La sua salute, tuttavia, rapidamente peggiorava anche se continuò fino a due settimane prima della morte a tenere le sue famose lezioni al Caltech (The Feynman Lectures on Physics, 3 voll., tr. it.: Zanichelli, Bologna, 2001).
Tra gli altri suoi libri: Quantum Electrodynamics (1961), The Theory of Fundamental Processes (1961), La legge Fisica (Boringhieri, Torino, 1971), QED: la strana teoria della luce e della materia (Adelphi, Milano, 1989), Il senso delle cose (Adelphi, Milano, 1999), Il piacere di scoprire (Adelphi, Milano, 2002), Sta scherzando, Mr. Feynman! (Zanichelli, Bologna, 1988), Sei pezzi facili e Sei pezzi meno facili (Adelphi, Milano, 2001), Le battute memorabili di Feynman – A cura di Michelle Feynman (Adelphi, Milano, 2017).
Gleick lo descrive come: … mystifyingly brilliant at calculating, strangely ignorant of the literature, passionate.