Pierre Louis Moreau de Maupertuis
Il padre, un agiato commerciante, rappresentante della Bretagna al Consiglio del Commercio, ottenne il titolo nobiliare che aggiunse al cognome Moreau appena dopo la nascita del primogenito Pierre. La madre si occupò della sua prima educazione, ma con un atteggiamento esageratamente protettivo ne influenzò fortemente il carattere e fece anche sì che il fratello minore, sentitosi trascurato, nutrisse per lui un profondo odio.
Nel 1714 fu inviato a Parigi per studiare presso il famoso Collège de la Marche, ma la madre lo richiamò presso di sé dove studiò musica anche se si sentì subito attratto verso la matematica. Desiderava intraprendere una carriera in marina, ma la madre si oppose ritenendola troppo pericolosa, e il padre nel 1718 gli fece avere il posto di luogotenente dei Moschettieri al reggimento di Lille. Il posto sarebbe stato al tempo ambitissimo per tutti i giovani, ma non per lui che si congedò e si trasferì a Parigi per vivere la vita intellettuale dei caffè.
Frequentava il giornalista e scrittore Merivaux, il commediografo La Motte e anche i matematici Saurin e Terrasson sotto la cui guida ben presto acquisì una buona competenza in matematica tanto da entrare come aggregato all’Accademia delle Scienze nel 1723.
L’anno successivo pubblicò il suo primo lavoro Sur la forme des instruments de musique nel quale studia l’influenza della forma degli strumenti sulle caratteristiche delle note emesse.
Seguirono altri lavori matematici sulle curve, ma come segretario del naturalista Bignon, si interessò anche di biologia e pubblicò un saggio sulle salamandre. Nel 1728 visitò Londra e fu eletto fellow della Royal Society.
Per approfondire le sue conoscenze scientifiche si recò a Basilea per studiare con Johann Bernoulli presso il quale abitava. Qui apprese la teoria dei vortici di Cartesio, e la meccanica di Leibniz, ma anche la fisica di Newton che Bernoulli apprezzava per la teoria della gravitazione, e tuttavia non approvava per l’azione a distanza. Si laureò a Basilea nel 1729.
Al ritorno a Parigi scrisse vari lavori di meccanica e di astronomia tra cui uno sui corpi in rotazione nel quale discute sulla natura degli anelli di Saturno e sulla forma di un corpo in rotazione, interessante anche se contiene un errore.
Nel 1732 si dichiara un sostenitore delle teorie Newtoniane in Francia col trattato Figures des astres (La forma dei corpi celesti) dove espone anche la sua idea sulla forma della Terra, uno dei principali problemi oggetto di disputa all’epoca.
Nel 1735 l’Accademia di Parigi inviò una spedizione in Perù, guidata da La Condamine per compiere misure del grado di meridiano, e una seconda spedizione fu inviata in Lapponia sotto la guida di Maupertuis con lo stesso compito.
La spedizione, con gli scienziati Clairault e Camus, partita il 2 maggio 1736, pose la sua base a Tornio nel nord della Finlandia e riuscì a compiere parecchie misure nonostante le avverse condizioni ambientali: attacchi di insetti in estate e un insopportabile freddo d’inverno. Al ritorno subirono un naufragio nel Baltico, ma riuscirono a salvare la documentazione delle misure. Curiosamente Maupertuis aveva portato con sé anche due ragazze della Finlandia.
Riferì all’Accademia nel 1737 e i suoi risultati confermavano che la Terra era schiacciata ai Poli. Con la spedizione, e con l’avventuroso resoconto esposto in Sur la figure de la Terre (1738), ottenne grande fama, ma ne approfittò per attaccare pesantemente i suoi oppositori, in particolare Jacques Cassini, e persino i suoi amici ne rimasero sorpresi.
Aveva anche rotto le relazioni con Clairaut e Johann Bernoulli, ma era diventato amico di Voltaire e du Châtelet e frequentava la loro casa. Tentò di riprendere i rapporti con Johann Bernoulli tornando a Basilea e diventò grande amico di Johann (II) Bernoulli.
Nel 1740 fu invitato a Berlino da Federico il Grande, che stava raccogliendo i migliori filosofi e scienziati col progetto di fondare l’Accademia delle Scienze di Berlino, e gli fu proposta la Presidenza.
Dopo qualche tempo però raggiunse l’armata prussiana alla battaglia di Mollwitz e fu fatto prigioniero dagli austriaci che lo portarono a Vienna. Sebbene trattato bene e ben presto rilasciato, preferì lasciare Berlino e tornare a Parigi, scosso da quell’esperienza.
Divenne Direttore dell’Accademia delle Scienze e nel 1743 eletto all’Académie Française.
Dopo un breve soggiorno a Basilea tornò a Berlino e portò a termine il progetto della fondazione dell’Accademia Prussiana della quale divenne il primo Presidente nel 1746. Nel frattempo aveva sposato Eleonor Borck.
Risentita per l’abbandono, l’Accademia di Parigi lo espulse dopo una campagna denigratoria condotta da Jacques Cassini. Anche a Berlino le cose non andavano bene, innanzitutto non parlava tedesco e, anche se le discussioni scientifiche si tenevano in francese o latino, era tagliato fuori dall’ordinaria amministrazione; per di più, nonostante i propositi di Federico, non vi erano fondi sufficienti per attirare gli scienziati più famosi, anche se l’Accademia contava su una persona di grandissimo valore come Eulero.
Le pubblicazioni di Maupertuis spaziarono dalla matematica alla geografia, alla biologia e filosofia morale, astronomia e cosmologia. Un curioso lavoro scientifico, in parte divulgativo, in parte filosofico e in parte erotico, fu Vénus physique, pubblicato anonimo nel 1745, nel quale, discutendo della formazione dell’embrione, abbozza quella che può essere riconosciuta come una prima versione della teoria dell’evoluzione poi sviluppata da Darwin, anche se non ne riconobbe il meccanismo guida, quello della selezione naturale.
Il suo contributo più noto in fisica tuttavia riguarda il principio di minima azione già esposto nel Loix du mouvement et du repos del 1746 e riproposto nel Essai de cosmologie del 1750. Vedeva in esso un principio unificante di tutte le leggi dell’universo e allo stesso tempo una prova dell’esistenza di Dio: The laws of movement thus deduced [dal principio di minima azione], being found to be precisely the same as those observed in nature, we can admire the application of it to all phenomena, in the movement of animals, in the vegetation of plants, in the revolution of the heavenly bodies: and the spectacle of the universe becomes so much the grander, so much the more beautiful, so much more worthy of its Author …
Tale risultato però costituì anche l’episodio più triste della sua vita: il caso nacque quando Samuel König, un matematico suo amico da sempre, entrambi allievi di Johann Bernoulli e entrambi maestri di Voltaire e du Châtelet, visitò Berlino nel 1751 da lui proposto per l’Accademia. König gli consegnò un lavoro, che lui nemmeno lesse e propose immediatamente per la pubblicazione, per scoprire solo dopo che conteneva una dimostrazione della falsità del principio di minima azione e inoltre sosteneva che Leibniz per primo lo aveva proposto già nel 1707.
Per Maupertuis, già in precarie condizioni di salute, che considerava tale principio il suo maggior contributo che gli avrebbe dato fama imperitura, e che aveva sempre reagito male alle critiche, fu un grande colpo. Approfittando della sua posizione di Direttore obbligò Eulero a dichiarare che la citazione di König era manifestamente falsa e costrinse questo alle dimissioni.
Voltaire, un tempo suo grande amico, con tutta la sua abilità letteraria, demolì le idee di Maupertuis, ironizzando anche sul suo viaggio in Lapponia e sulle sue avventure amorose al Nord.
La salute di Maupertuis precipitò per la tensione e si rifugiò a Parigi nonostante i ripetuti inviti di Federico che ricordava come l’Accademia, senza la sua guida, fosse incontrollabile. Tornò a Berlino nel 1754, ma fu travolto da un nuovo scandalo quando, con una denuncia anonima, una donna sostenne di avere avuto un figlio da lui.
Nel 1756 Jacques Cassini morì e Maupertuis fu reintegrato all’Accademia di Parigi che gli concesse anche una pensione. Tornò così in Francia, nella sua casa di Saint Malo, ma per le sue peggiorate condizioni di salute gli fu consigliato un soggiorno in Italia. Tuttavia la guerra franco-prussiana rese la sua posizione molto delicata, preferì quindi recarsi a Basilea nel 1758 a casa del suo amico Johann II Bernoulli dove morì l’estate successiva