Philipp Eduard Anton von Lenard
Nato da un mercante di vino di origini tirolesi, studiò scienze alla Technische Hochschule di Budapest, successivamente a Vienna e nel 1883 si trasferì a Heidelberg per studiare fisica con Hermann Quincke e Robert Bunsen.
I suoi primi interessi di ricerca riguardarono i fenomeni della luminescenza e fosforescenza, che lo attraevano fin dall’infanzia, sui quali lavorò col suo primo insegnante a Pressburg, V. Klatt, e con l’astronomo W. Wolf.
Nel 1885 fu a Berlino dove iniziò il lavoro per la sua tesi Über die Schwingungen fallender Tropfen (sulle oscillazioni di gocce che cadono) con Hermann von Helmholtz e l’anno successivo ottenne il dottorato ad Heidelberg.
Fu assistente di Quincke per alcuni anni e iniziò ad occuparsi di scariche elettriche in tubi a vuoto e di raggi catodici, quindi, dopo un breve soggiorno inglese, ottenne un posto all’Università di Bonn con Heinrich Hertz nel 1891.
Nel 1892 ottenne la libera docenza con una dissertazione sull’elettricità delle cascate e nello stesso anno iniziò le ricerche con un tubo di scarica a vuoto (di Crookes) munito di una finestra di alluminio, quella che si chiamò “finestra di Lenard”, in questo modo per la prima volta si poterono effettuare esperimenti con raggi catodici fuori dal tubo.
Nel 1894, alla morte di Hertz, iniziò l’edizione della raccolta completa delle sue opere, completando anche gli incompiuti Principi di meccanica e venne chiamato quale professore straordinario all’Università di Breslau (oggi Wroczlaw in Polonia), ma la carenza di valide attrezzature non gli permetteva di continuare i suoi esperimenti di Bonn, così si trasferì ben presto alla Technische Hochschule di Aachen.
L’annuncio della scoperta dei raggi X da parte di Röntgen, proprio usando un ‘tubo di Lenard’, lo irritò perché riteneva che senza la forzata interruzione delle sue ricerche sarebbe stato lui lo scopritore e sostenne con forza che avrebbe dovuto avere almeno un merito pari a Röntgen. Si rifiutò sempre di chiamarli “raggi Röntgen”, come sono tuttora noti in lingua tedesca, ma solo “raggi ad alta frequenza” (Hochfrequenzstrahlung).
Tuttavia li riteneva della stessa natura dei raggi catodici e quando Röntgen dimostrò le differenze sostanziali con i raggi catodici, la priorità della scoperta venne riconosciuta interamente a lui che ottenne per questo il primo Premio Nobel del 1901.
Nel 1896 ebbe il posto di professore straordinario di fisica teorica ad Heildelberg e intraprese una lunga disputa con J. J. Thomson, che aveva usato metodologie sperimentali analoghe alle sue, sulla natura dei raggi catodici (per gli inglesi corpuscolare, per i tedeschi elettromagnetica), ma ne uscì perdente e sfogò più tardi il suo risentimento quando attaccò la ‘degenerata’ fisica inglese, accusandola di sfruttare le idee altrui.
Nel 1898 ottenne il posto di Professore e poi Direttore dell’Istituto di Fisica di Kiel, e la costruzione della nuova sede lo occupò per alcuni anni.
Nel 1900 riprese ed estese le ricerche di Hertz sull’effetto fotoelettrico, trovando che il numero degli elettroni estratti è proporzionale all’intensità della luce incidente, mentre la loro velocità, cioè l’energia cinetica, dipende (inversamente) solo dalla lunghezza d’onda della luce incidente.
Questa legge sperimentale non trovava nessuna spiegazione nelle teorie del tempo e venne compresa solo col lavoro di Einstein del 1905 sui quanti di luce e la successiva verifica sperimentale di Millikan. Lenard tuttavia non accettò mai l’attribuzione ad Einstein della legge dell’effetto fotoelettrico.
Per le sue ricerche, allo scopo di accelerare gli elettroni e misurare la loro energia, inventò una cella fotoelettrica, prototipo di quella valvola a 3 elettrodi (o triodo) che rivoluzionò poi la radiotecnica.
Nel 1902 mostrò l’esistenza di una energia minima di ionizzazione di un gas da parte di elettroni e la misurò nel caso dell’idrogeno, mentre nel 1903 pubblicò un suo modello di atomo costituito di dipoli elettrici (‘dynamidi’).
Nel 1905, per le sue ricerche sui raggi catodici, gli venne assegnato il Premio Nobel per la Fisica. Da notare che J. J. Thomson avrà il Nobel l’anno seguente per le sue ricerche fondamentali sulla conduzione elettrica nei gas.
Si occupò anche della ionizzazione di gas per mezzo di luce ultravioletta (effetto Lenard), un ricordo dei suoi primi studi sulla elettrizzazione dell’acqua delle cascate.
Nel 1907 si trasferì ad Heidelberg come Professore Ordinario (succedendo al suo maestro Quincke) e Direttore dell’Istituto di Fisica, nel 1913 fondò un nuovo Istituto di Radiologia che divenne uno dei più importanti in Europa e che prenderà il suo nome nel periodo dal 1935 al 1945. Tuttavia da allora non svolse più nessuna attività di ricerca.
Allo scoppio della Prima Guerra mondiale le sue idee nazionaliste si accentuarono e vide il conflitto come una battaglia tra la cultura tedesca e la civiltà occidentale. Si unì ad un movimento di intellettuali nazionalisti, con loro restituì le onorificenze avute dagli inglesi ed in un suo scritto approfittò per attaccare il suo rivale J. J. Thomson.
La sconfitta nella guerra, la ‘Repubblica comunista’ di Monaco e l’esperienza della Repubblica di Weimar accentuarono il suo nazionalismo conservatore e antisemitismo e lo avvicinarono al nascente nazional-socialismo.
Nel settembre del 1920 ad un ‘Convegno di scienziati e medici’ a Bad Nauheim attaccò duramente Einstein e la relatività generale con motivazioni fisiche, ma sopratutto antisemite, e successivamente i suoi tentativi di screditare le teorie di Einstein si allargarono, contrapponendo la fisica sperimentale, vista come “scienza del nord o ariana” alla fisica teorica, ai suoi occhi “bluff giudaico mondiale”.
Nel 1922 le sue idee antisemite provocarono una occupazione del suo Istituto da parte di studenti e dipendenti socialisti e il Senato accademico aprì un procedimento disciplinare verso di lui, ma anche verso gli occupanti, a seguito del quale venne sospeso dall’incarico. Minacciò di andarsene, ma le Società Scientifiche e singoli fisici e studenti di Heidelberg presero le sue difese ed il provvedimento venne ritirato.
Furono tuttavia anni difficili, ai problemi politici del suo Istituto si aggiunse la morte del suo unico figlio, l’inflazione che dissipò il suo patrimonio e, non ultima, la ‘beffa’ del Premio Nobel attribuito nel 1921 ad Einstein per ‘la legge dell’effetto fotoelettrico’.
Nel 1924 insieme al Premio Nobel Johannes Stark pubblicò un opuscolo “Lo spirito di Hitler e la Scienza”, per questo il suo Istituto diventò il luogo di ritrovo dei circoli di destra, e due anni dopo Lenard incontrò Hitler in persona. Nel suo libro Grandi scienziati, del 1929, voleva dimostrare la superiorità degli scienziati con origini “ariane”.
Nel 1931 si ritirò in pensione e nel 1936 ricevette per primo il premio scientifico istituto dal partito nazista. Nello stesso anno pubblicò il suo trattato di fisica sperimentale in quattro volumi, intitolato Deutsche Physik (Fisica tedesca), dove ribadisce la superiorità della fisica sperimentale e della fisica ‘classica’, teorie dell’etere comprese, attacca come antiscientifiche la relatività e la fisica quantistica e ignora i lavori dei fisici ebrei, in particolare del suo vecchio nemico Einstein.
Diventò poi membro del partito nazista ed ebbe in cambio le più alte onorificenze, come l’Aquila d’oro, ma si estraniò sempre di più dalla vita pubblica.
Per la sua età avanzata, 83 anni, alla fine della Seconda Guerra mondiale non venne internato dagli americani, ma lasciò Heidelberg e si ritirò a Messelhausen nel Baden-Württemberg, dove morì due anni dopo.