Patrick Maynard Stuart Blackett
Fu formato per diventare ufficiale di marina presso i collegi navali di Dartmouth e Osborne e iniziò la carriera nel 1914 partecipando alla battaglia delle Falkland e poi dello Jutland nel 1916. Alla fine della guerra si congedò col grado di Luogotenente e intraprese lo studio della fisica al Magdalene College di Cambridge con Ernest Rutherford.
Si diplomò nel 1921 e iniziò al Cavendish Laboratory una ricerca con l’uso della camera a nebbia di Wilson che lo portò nel 1924 a fotografare la trasmutazione di un atomo di azoto nell’isotopo ossigeno 17, ottenuta con bombardamento di particelle alfa, già prevista nel 1919 da Rutherford.
Nel 1924 e ’25 lavorò a Gottinga con James Franck e al ritorno a Cambridge si dedicò ai raggi cosmici.
Dal 1932 collaborò con il giovane fisico italiano Giuseppe Occhialini e insieme idearono un dispositivo per comandare una camera a nebbia mediante coincidenze tra gli impulsi di contatori Geiger. In tale modo si potevano visualizzare le tracce degli sciami di raggi cosmici che provocavano le coincidenze.
Nel 1933 con questa metodica, indipendentemente e prima di Anderson – il quale per questo poi ebbe il Nobel – osservarono il positrone e dimostrarono l’esistenza di sciami di elettroni positivi e negativi. Questo fatto, dato che il positrone non esiste normalmente in natura, li portò a concludere che le coppie elettrone-positrone fossero create da un raggio gamma, fenomeno chiamato produzione di coppie.
Verificarono anche il fenomeno opposto, cioè l’annichilazione di una coppia elettrone-positrone in radiazione gamma. Nell’interpretazione di questi fenomeni Blackett e Occhialini furono guidati dalla teoria di Dirac per l’elettrone.
Nel 1933 divenne professore al Birkback College di Londra, dove continuò i suoi studi sui raggi cosmici creando una scuola di giovani ricercatori.
Nel 1937 succedette a Lawrence Bragg all’Università di Manchester e il suo gruppo di ricercatori sui raggi cosmici continuò a svilupparsi, dedicandosi anche all’indagine radar di sciami di meteore col Dr. Lovell.
Allo scoppio della guerra si unì alla Sezione Strumenti della RAF e divenne consulente scientifico del comando di difesa costiera in particolare per la guerra ai sottomarini tedeschi. Dopo il 1940, durante i bombardamenti di Londra, si dedicò alle difese antiaeree.
Alla fine del conflitto ritornò ai raggi cosmici a Manchester e nel 1947 due dei suoi collaboratori, Rochester e Butler, scoprirono le prime due di quelle che sarebbero state chiamate particelle strane, poi confermate da Carl Anderson a Pasadena.
Dopo questa scoperta, la sua camera a nebbia fu spostata all’osservatorio del Pic du Midi sui Pirenei per avere, grazie all’altitudine, una maggiore intensità di raggi cosmici, e subito fu scoperta una nuova particella strana chiamata iperone, avente massa maggiore del protone, che decadeva in un pione e un altro iperone che poi decadeva in un pione e in un protone.
Nel 1948 per i suoi studi sui raggi cosmici usando la camera a nebbia a coincidenza, gli fu assegnato il Premio Nobel, mentre ‘Beppo’ Occhialini fu semplicemente ignorato.
Successivamente lasciò lo studio dei raggi cosmici per dedicarsi all’origine dei campi magnetici interstellari, rinnovando l’interesse per passate ipotesi di Schuster e Wilson sull’origine del campo magnetico terrestre e solare.
Anche se le sue conclusioni sono state dimostrate non essere valide da ricerche di Runcorn e altri negli anni ’50, esse stimolarono tuttavia il nuovo campo di ricerca sul magnetismo delle rocce (paleomagnetismo).
La sua ipotesi prevedeva anche un possibile nesso tra fenomeni magnetici e gravitazionali (effetto gravimagnetico) e stranamente fu ignorata dai teorici che in quegli anni si dedicavano ai tentativi di teorie unificate tra elettromagnetismo e gravitazione, come, per esempio, Schrödinger.
La sua teoria del magnetismo e gravità planetaria fu invece adottata dallo scrittore di fantascienza James Blish che cita l’equazione di Blackett come base ‘teorica’ del suo dispositivo antigravità chiamato ‘spindizzy’.
Nel 1953 fu nominato Direttore del Dipartimento di Fisica dell’Imperial College di Londra e dopo il suo pensionamento continuò l’attività come professore emerito e Pro-rettore.
Tra le altre onorificenze ebbe la Medaglia Royal dalla Royal Society nel 1940 e la Medaglia al Merito americana nel 1946 per la sua attività antisommergibili durante la guerra.
Dopo la guerra espresse l’opinione dell’inutilità delle armi nucleari per determinare l’esito di un possibile conflitto e aderì alla British Association of Scientific Workers, una organizzazione pacifista di sinistra, scrivendo numerosi articoli e i libri Military and Political Consequences of Atomic Energy (1948) (ed it. Conseguenze politiche e militari dell’energia atomica, Einaudi, 1949); Fear, War, and the Bomb (1949); Atomic Weapons and East-West Relations (1956) (ed it. Le armi atomiche e i rapporti tra Est e Ovest, Einaudi, 1961); Studies of War (1962).
Si battè anche contro la costruzione della bomba atomica britannica e a favore del dovere morale della Gran Bretagna per un aiuto allo sviluppo scientifico e tecnologico delle ex-colonie, in particolare dell’India. Sostenne apertamente il partito laburista e si definì socialista, anche se questo gli creò qualche problema nell’ambiente scientifico inglese.
Nel 1965 tuttavia fu eletto Presidente della Royal Society e nel 1969 nominato Barone Blackett di Chelsea, titolo nobiliare non ereditario.
In suo onore l’edificio del Dipartimento di Fisica dell’Imperial College è stato chiamato ‘Blackett Laboratory’ e al Centro E. Majorana di Erice uno degli edifici è stato intitolato ‘P. M. S. Blackett Institute’.