Ole Rømer

Figlio di Christen Pedersen, un commerciante ed armatore, e Anna Olufsdatter Storm entrambi di Aarhus. Il padre aveva assunto il cognome Rømer, che significa proveniente dall’isola di Rømø, per distinguersi da altri Christen Pedersen.

Nel 1662 si diplomò presso la ‘Aarhus Katedralskole’, la scuola della Cattedrale, e si immatricolò all’Università di Copenaghen. Il suo mentore era  Rasmus Bartholin, che pubblicò la sua scoperta della doppia rifrazione nello Spato d’Islanda (calcite) nel 1668, quando Rømer abitava a casa sua. Da Bartholin, ebbe l’incarico di ordinare le osservazioni astronomiche di Tycho Brahe per la pubblicazione e in questo modo acquisì molte nozioni di matematica e astronomia.

Quando Jean Picard, astronomo francese che aveva il compito di tracciare una precisa carta geografica del continente, si recò a Copenaghen nell’agosto del 1671 incontrò Barholin e Rømer, e rimase favorevolmente impressionato dal giovane assistente.

Insieme si recarono all’osservatorio di Uraniborg, sull’isola di Hven, costruito da Tycho Brahe, e in diversi mesi osservarono circa 140 eclissi della luna di Giove, Io, mentre a Parigi, Giovanni Cassini, osservava le stesse eclissi. Confrontando i tempi delle eclissi, fu calcolata la differenza di longitudine tra Parigi e Uraniborg.

Cassini aveva osservato le lune di Giove tra il 1666 e il 1668 e scoperto delle discrepanze nei tempi di occultamento che, da subito, aveva attribuito al fatto che la luce avesse velocità finita.

Dopo otto mesi Picard propose al giovane assistente di seguirlo a Parigi, al servizio della corte francese, dove tra l’altro prese parte al progetto delle fontane dei giardini di Versailles e Luigi XIV lo volle come precettore del Delfino.

A Parigi continuò a osservare i satelliti di Giove come assistente di Cassini e unendo le loro osservazioni, notarono che i tempi tra le eclissi (in particolare di Io) diventavano più brevi quando la Terra era vicina a Giove e più lunghi quando la Terra era più lontana. Cassini nell’agosto del 1676 annunciò all’Accademia delle Scienze: Questa differenza sembra essere dovuta al fatto che la luce del satellite impiega del tempo per raggiungerci; sembra che la luce impieghi dai dieci agli undici minuti per attraversare una distanza uguale alla metà del diametro dell’orbita terrestre.

Mentre Cassini non proseguì su questa idea, Rømer, usando tutte le sue osservazioni del periodo tra il 1671 e 1677, stimò che il tempo impiegato dalla luce per percorrere il diametro dell’orbita terrestre, fosse di circa 22 minuti.

I suoi risultati vennero presentati all’Accademia delle Scienze di Parigi e riassunti in una pubblicazione anonima del 7 dicembre 1676 sul Journal des sçavans: "Démonstration touchant le mouvement de la lumière trouvé par M. Roemer de l’Académie des sciences". Purtroppo l’autore del resoconto non aveva capito bene l’argomentazione di Rømer e quindi il lavoro risultò oscuro e non ebbe il rilievo che meritava, mentre Rømer non pubblicò mai nulla a suo nome.

Rømer non calcolò la velocità della luce, non avendo valori sufficientemente precisi per la distanza Terra-Sole, tuttavia in un suo taccuino recentemente ritrovato scrisse: 1091 diametri terrestri al minuto (corrispondenti circa a 232000 km/s).

Nel 1677 su Philosophical Transactions venne riportata la misura di Rømer e Christiaan Huygens, dopo una corrispondenza con Rømer, nella prima versione del suo Traité de la lumière del 1678 riporta il valore di 162/3 diametri terrestri al secondo. Hooke critica questi lavori affermando che la luce è ‘istantanea’, invece Newton nei Principia del 1686 prende per buono il valore di 22 minuti mentre nell’Optiks del 1704 usa il valore di 16 minuti, non si sa se ottenuto dai dati di Rømer o, più probabilmente, da propri calcoli.

Una placca all’Osservatorio di Parigi commemora quella che fu la prima misura di una quantità universale sul nostro pianeta, tuttavia che la velocità della luce fosse finita non fu pienamente accettato fino alla misura della cosiddetta ‘aberrazione della luce’, effettuata da James Bradley nel 1727.

Nel 1809, ancora con osservazioni di Io, ma con più di un secolo di nuove precise osservazioni, Jean Baptiste Joseph Delambre calcolò il tempo impiegato dalla luce per viaggiare dal Sole alla Terra in 8 minuti e 12 secondi. Questo porta per la velocità della luce a poco più di 300000 km/s (il valore attuale è di 8 minuti e 19 secondi con una velocità di 299792,458 km/s).

Nel 1681 Rømer ritornò in Danimarca, nominato Professore di Astronomia all’Università di Copenaghen e nello stesso anno sposò Anne Marie Bartholin, figlia di Rasmus Bartholin. Rimasto vedovo si risposò nel 1699 con Else Maddalena Bartholin, figlia di Caspar Bartholin il Giovane, cugina della precedente moglie, ma non ebbe figli da entrambi i matrimoni.        

Era un attivissimo astronomo, sia all’osservatorio dell’università alla Rundetårn, sia a casa propria, utilizzando prevalentemente strumenti ideati e costruiti da lui stesso, come un ‘circolo meridiano’ e una ‘montatura altazimutale’. Le sue osservazioni sfortunatamente sono andate perdute nel grande incendio di Copenaghen nel 1728, però alcune di esse sono state riportate fedelmente dal suo assistente, poi astronomo, Peder Horrebow.

Come Matematico Reale, introdusse il primo sistema nazionale di pesi e misure in Danimarca nel 1683; inizialmente basato sul ‘piede renano’, lo cambiò con un sistema nazionale più accurato nel 1698. Misure successive dei campioni da lui fabbricati per le lunghezze e i volumi mostrarono un’eccellente accuratezza. Il suo obiettivo era quello di raggiungere una definizione dei campioni basata su costanti astronomiche, ma questo avvenne solo dopo la sua morte. Sua la definizione per il nuovo miglio danese,  pari a 24000 piedi danesi (circa 7532 m), che corrisponde a 4 minuti di latitudine.

Nel 1694 fu eletto Rettore dell’università, rieletto per due volte si dimise nel 1705.

Nel 1700, convinse il Re a introdurre il calendario gregoriano in Danimarca e in Norvegia, come già invano auspicato da Tycho Brahe cent’anni prima.

Mentre era convalescente per una frattura ad un braccio, sviluppò una delle prime scale di temperatura, la scala Rømer, che migliorata nel 1708 durante una visita di Fahrenheit, ha dato origine alla scala Fahrenheit ancora oggi usata.

Nel 1705, fu nominato capo della polizia di Copenaghen, una posizione, equivalente alla carica moderna di sindaco, che mantenne fino alla morte. In questo ruolo per prima cosa licenziò l’intera forza di polizia, convinto che la condotta morale forse disdicevole, poi intraprese un’opera di controllo dei mendicanti, disoccupati e prostitute di Copenaghen, introducendo una prima riforma sociale in Danimarca. 

A Copenaghen fece installare i primi lampioni stradali (ad olio), adottò un piano di sviluppo edilizio, ristrutturò il sistema idrico e fognario, si adoperò per un rifacimento della pavimentazione di piazze e vie e per un rammodernamento delle attrezzature del corpo dei pompieri.

Quando morì, fu sepolto nella chiesa di Nostra Signora con grande partecipazione.

Un museo astronomico a lui dedicato si trova a Høje-Taastrup nel luogo di un suo osservatorio, l’Observatorium Tusculanum, abbandonato dal 1716.

In suo onore il Consiglio nazionale delle ricerche danese ha istituito la Medaglia Ole Rømer; a lui sono state dedicate vie, scuole e l’Ole Rømer Observatoriet dell’Università di Aarhus; il suo volto è stato effigiato su una banconota da 50 corone.

Un progetto di un satellite danese a lui intitolato, Rømer satellitten, che doveva essere lanciato nel 2006 da una Soyuz allo scopo di studiare l’età, la temperatura e altri dati di alcune stelle, si è arenato per motivi economici nel 2002.

Gli è stato dedicato un asteroide (2897 Ole Rømer), un cratere, Rømer, e una fessura, Rimae Rømer, sulla Luna.