Nikolaj Gennadievič Basov (Никола́й Генна́диевич Ба́сов)
Il padre Gennadij Fëdorovič Basov era professore all’Istituto Forestale di Voronež, dove studiava l’influenza delle fasce forestali sulle acque sotterranee.
Terminata la scuola superiore a Voronež, nel 1941 fu chiamato al servizio militare e assegnato all’Accademia Medica Militare di Kujbyšev, dove si diplomò nel 1943 come assistente medico militare, e partecipò poi alle operazioni belliche della II Guerra Mondiale sul fronte Ucraino nella Armata Rossa. Ricorda che dovette improvvisare un’operazione di appendicite al fronte; pur non essendo medico e avendo assistito solamente una volta un chirurgo, l’operazione riuscì e il soldato sopravvisse.
Nel 1945 alla fine della guerra fu congedato e si iscrisse all’Istituto di Ingegneria Fisica di Mosca (MEPhI), dove studiò fisica teorica e sperimentale. Al terzo anno ebbe un lavoro part-time ai laboratori del prestigioso Istituto di Fisica Lebedev (LPI) dell’Accademia delle Scienze dell’URSS, e dopo la laurea nel 1950 vi continuò gli studi sotto la guida dei professori Mihai´l Leonto´vič e Aleksandr Prohorov.
Nel 1953 conseguì il Dottorato in Fisica e Matematica all’LPI con una tesi teorica e sperimentale sull’oscillatore molecolare, mentre contemporaneamente insegnava al MEPhI nel dipartimento di fisica dello stato solido.
Rimase all’LPI, di cui sarà Direttore dal 1973 al 1988, dove insieme a Prohorov fondò il laboratorio di ‘fisica quantistica della radiazione’ che diresse dal 1963 fino alla morte.
Dal 1952 con Prohorov studiò, per l’eccitazione molecolare in un fascio di gas di ammonio, quello che fu chiamato “metodo a tre livelli” anche se non pubblicarono l’idea fino al 1954, mentre Charles Townes, della Columbia University, pubblicò il suo lavoro simile sui MASER (come chiamarono il dispositivo) una decina di mesi prima.
Nel 1955 costituì un gruppo di ricerca sulla stabilità in frequenza degli oscillatori molecolari con A. N. Oraevskij, V. V. Nikitin, G. M. Strahovskij e V. S. Zuev; nel 1957 iniziò a lavorare su oscillatori alle frequenze ottiche, sia con gas che con semiconduttori, realizzando nel 1963 insieme a B. M. Vul e Û. M. Popov, un laser a semiconduttore con cristalli di arseniuro di gallio.
Per queste ricerche Townes, Basov e Prohorov ottennero il Premio Nobel del 1964 per fundamental work in quantum electronics, which led to the creation of generators and amplifiers, based on the laser and maser principle.
Lui e Prohorov tirarono a sorte chi dovesse fare la protocollare conferenza (Nobel Lecture) e toccò a lui che non se l’aspettava, in fondo era l’allievo di fronte al maestro, e impiegò tutta la notte per prepararla.
La somma a lui spettante del premio era di 13.000 dollari, a quel tempo il regime comunista gli aveva già assegnato un appartamento e un’automobile e sembra gli fosse concesso di depositare la somma alla Vneštorgbank (Banca per il Commercio estero), cosa allora non permessa a privati cittadini; in realtà ci furono voci che la somma fosse stata incamerata dal governo.
Il gruppo di ricerca dell’Istituto Lebedev ebbe inoltre nel 1964 il Premio Lenin per gli sviluppi dei laser.
In seguito si dedicarono allo sviluppo di laser di potenza, realizzando nel 1971 un laser con energia di 103 J con un impulso di durata di 10-9 s in collaborazione con G. V. Sklizkov e altri.
Dal 1962 si dedicò a investigare la possibilità di usare laser per ottenere plasma termonucleare, ottenendo nel 1968 la prima emissione di neutroni in un plasma di deuterio prodotto da un laser. Dal 1963 si dedicò ai campi dell’opto-elettronica, dei laser a ultravioletto, della stabilità in frequenza e propose anche una TV a proiezione laser.
Dal 1970 la sua attenzione si rivolse ai laser chimici a gas, sia a bassa pressione sia a pressione atmosferica, e alla stimolazione di reazioni chimiche con laser a infrarosso.
In totale pubblicò centinaia di lavori su laser e maser e anche sulle loro applicazioni.
Oltre all’attività scientifica e didattica, intraprese una carriera politica; nel 1974 fu eletto al Soviet Supremo dell’URSS e nel 1982 divenne membro del Presidium del Soviet Supremo (l’ufficio di Presidenza) sotto Leonid Brežnev. Insieme ad altri scienziati sovietici, nel 1983-85 fu attivo nella polemica con gli USA sul progetto di Iniziativa Strategica Difensiva (SDI) promosso dal presidente Reagan.
Nel 1950 aveva sposato una compagna di studio al Lebedev, Kseniâ Nazarova, anch’essa aveva conseguito il dottorato in fisica. Ebbero due figli, Gennadij e Dmitri, entrambi fisici, laureati nello stesso istituto dei genitori. Dmitri emigrò negli Stati Uniti dove è professore alla Università della California, San Diego, e dirige l’Infrared Laboratory.
Ebbe il Premio Lenin (massima onorificenza dell’URSS) nel 1959 e il titolo di Eroe del Lavoro Socialista nel 1969 e nel 1982, la medaglia della Accademia Cecoslovacca delle Scienze (1975), la medaglia A. Volta a Como (1977), il Premio Kalinga dell’UNESCO per la divulgazione della scienza (1986), la medaglia Lomonosov dall’Università di Mosca (1990).
Membro dell’Accademia delle Scienze dell’URSS dal1962, dell’Accademia tedesca delle scienze dal 1967 e dell’Accademia Leopoldinadal 1971. Inoltre è stato membro del Comitato Sovietico per la Difesa della Pace e del World Peace Council.
Fu in Italia nel 1977 al LXIII Congresso SIF (a Villa Olmo, Como), dove tenne una Relazione generale; proprio in quell’occasione gli fu conferita la medaglia Volta, nel 150-esimo anniversario della morte del grande scienziato comasco.
Viene ricordato come una persona amichevole e socievole, e anche quando divenne famoso mantenne modi semplici con colleghi, studenti e personale dipendente.
Sin da un episodio di avvelenamento da sostanze chimiche, avvenuto durante la Seconda Guerra mondiale, soffriva di problemi fisici; nel 1966 ebbe un attacco cardiaco e negli ultimi mesi di vita fu ricoverato per un ignoto problema, forse un tumore del sangue, che lo portò alla morte.