Nikola Tesla
Il padre era un Prete Ortodosso Serbo, la madre era inventrice e deteneva alcuni brevetti. Studiò a Karlstadt (ora Karlovac), poi passò al Politecnico di Graz in Austria dove ottenne il baccalaureato in matematica, fisica, ingegneria meccanica e ingegneria elettrotecnica e, infine, all’Università di Praga dove ottenne il dottorato in fisica, ma il suo interesse si era ormai rivolto definitivamente all’elettricità. Iniziò la carriera di ingegnere elettrotecnico nel 1881 a Budapest, in una compagnia telefonica. Lì ebbe l’idea del campo magnetico rotante (sembra indipendentemente da Galileo Ferraris) e dei principio del motore ad induzione, che realizzò nel 1883 a Strasburgo dove si era trasferito per lavorare alla Continental Edison Company di Parigi.
Non trovando in Europa interesse per questa sua invenzione, nel 1884 emigrò negli Stati Uniti con una lettera di Charles Batchelor a Thomas Alva Edison: “I know two great men, one is you and the other is this young man”. Il suo sogno d’infanzia era di andare in America per “imbrigliare” la potenza delle cascate del Niagara; quando arrivò aveva in tasca 1 cent e un libro di poesie del suo poeta preferito, il serbo Jovan Zmaj (che più avanti tradusse). Ebbe la cittadinanza americana nel 1891 e non lasciò più New York.
All’inizio si occupò del miglioramento delle dinamo di Edison, ma ben presto iniziarono i contrasti con Edison sull’uso della corrente continua o alternata. Edison sosteneva strenuamente la sua idea, e i suoi investimenti, in favore della corrente continua, ma Tesla dimostrò l’inefficienza delle centrali di Edison e propose di inviare sulle linee elettriche correnti alternate polifase. Le lampadine di Edison erano poco efficienti con correnti continue e, inoltre, per inviare correnti a distanza di miglia erano necessarie elevate tensioni, per cui ogni due miglia circa serviva una nuova centrale, quindi Tesla era convinto che il futuro fosse delle correnti alternate a frequenze di 50 o 60 Hz.
Sviluppò quindi alternatori, motori e trasformatori polifase, col lavoro “A New System of Alternating Current Motors and Transformers” presentato all’AIEE nel 1888, ottenne più di 40 brevetti nel settore, che l’industriale George Westinghouse comprò per sviluppare industrialmente il sistema Tesla. Iniziò così la cosiddetta ‘guerra delle correnti’: AC contro DC. Alla fine Tesla-Westinghouse uscirono vincitori per la supremazia tecnologica del loro sistema e, da allora, il mondo intero usa motori a corrente alternata polifase nelle applicazioni industriali e domestiche. Tesla dimostrò al mondo le meraviglie della corrente alternata all’Esposizione Universale del 1893 a Chicago (dedicata a Colombo) e finalmente nel 1895 realizzò il suo sogno, la prima centrale idroelettrica delle Cascate del Niagara, opera che fu celebrata dalla stampa mondiale rendendolo un autentico eroe dei tempi moderni e presentando il motore a corrente alternata come una delle più importanti invenzioni di tutti i tempi.
Era stato però pioniere in molti altri campi, almeno con idee che però non sempre portava a completo compimento: inventò la lampada a fluorescenza, la lampada per flash fotografici, la ‘turbina di Tesla’ senza palette che sfruttava un flusso di vapore a spirale, la bobina ad induzione (detta di Tesla) che pensò di applicare all’accensione elettrica dei motori a scoppio, la comunicazione radio modulata, l’aereo a decollo verticale, il radiocomando a distanza che applicò a modellini di navi, pensò alla comunicazione interplanetaria, al radar, ai satelliti, alla trasmissione a distanza dell’energia elettromagnetica, agli usi medici della risonanza magnetica ed altro; registrò più di 700 brevetti, ma era anche un visionario con idee troppo avanzate che non sempre andarono a buon fine e a volte lo trascinarono in battaglie giudiziarie.
Nel 1893, ben prima di Marconi, parlò al Franklin Institute del suo principio della telegrafia senza fili, che pubblicò poi sul Century Magazine e da allora sostenne i suoi diritti di priorità, anche perché i suoi coherer e le sue bobine di induzione erano superiori tecnologicamente ai rocchetti di Ruhmkorff di Marconi. Ebbe poi l’idea delle trasmissioni radio modulate e i suoi trasmettitori, prodotti su licenza dalla Lowenstein Radio Company, equipaggiarono le navi della marina americana prima della Grande Guerra. Sostenne per il suo brevetto una lunga battaglia legale con Marconi, che nel 1909 aveva avuto il Premio Nobel per “l’invenzione della radio”, vinta definitivamente nel 1944 (un anno dopo la sua morte) quando la Corte Suprema annullò il brevetto di Marconi e riconobbe i suoi meriti nello sviluppo tecnologico della radio.
Nel 1896 pubblicò sulla Electrical Review delle foto ai raggi X ottenute con tubi di sua ideazione, diversi da quelli usati da Roentgen nello stesso anno, tuttavia non tentò mai di rivendicare la priorità. Roentgen stesso si congratulò con lui per la qualità delle sue immagini e lui scrisse ‘Roentgen Rays’ sulle sue lastre.
Nel 1899 aveva costruito un laboratorio sperimentale a Colorado Springs per investigare sulle alte tensioni e sulle alte frequenze; con le sue bobine realizzò scintille di 10 metri e soprattutto inviò onde elettromagnetiche che trasportarono energia senza fili a distanze di miglia, usando anche la Terra come conduttore. Questo divenne il suo sogno, il trasporto ‘wireless’ di energia a distanza poteva fornire di energia l’intero pianeta. Accese 200 lampadine (al neon) a distanze di 40 chilometri, anche tenute in mano dall’uomo. Per realizzare questo progetto, organizzava al Waldorf Astoria Hotel di NY dove risiedeva negli anni di fama e ricchezza, cene alle quali invitava industriali, scienziati, e dimostrava la sua idea con spettacolari esperimenti. Convinse l’industriale Pierpoint Morgan a finanziare il suo nuovo laboratorio di Wardenclyffe e una torre per le trasmissioni a Shoreham, Long Island, costruita tra il 1901 e il 1905, alta 70 metri e con una cupola di rame di 22 metri che fungeva da antenna, che doveva trasmettere segnali ed energia in tutto il mondo (per impressionare maggiormente sostenne anche la possibilità di distruggere a distanza navi mediante onde elettromagnetiche e di inviare segnali interplanetari). Tuttavia divergenze sull’utilizzo della torre convinsero Morgan a ritirare i finanziamenti, il progetto venne sospeso e la torre incompleta demolita nel 1917. Sembra che, mentre Tesla sognava di fornire energia gratuita che tutti potessero utilizzare, Morgan, da uomo di finanza si chiedeva come fosse possibile misurare e quindi far pagare, l’energia attinta!
Sostenne anche di avere ricevuto segnali radio da Marte, ma non avendo prove né registrazioni, non fu tenuto in alcun credito dalla comunità scientifica. In realtà è stato poi accertato che col suo apparato avrebbe potuto captare segnali provenienti non da Marte, ma da emissioni radio del plasma di Giove. A ottantun anni sostenne di avere sviluppato una teoria unitaria dei campi includente la gravità (Teoria dinamica della gravità) ma non pubblicò nulla e non fu tenuto in nessun conto dalla comunità dei fisici che ormai lo consideravano un eccentrico visionario, uno scienziato folle. In effetti intorno al 1917 iniziò a mostrare sintomi di Disordine Ossessivo Compulsivo (OCD), a quel tempo malattia poco compresa (era ossessionato per esempio dal numero tre), che ne minarono la reputazione, essendo considerati sintomi di pazzia.
Nonostante questi fallimenti è stato una delle personalità più celebrate dalla stampa del secolo scorso, anche con qualche esagerazione: su Life del 1997 è fra le 100 persone più famose dell’ultimo millennio, una di quelle che più ha influenzato la nostra storia (al 57° posto). Ebbe lauree ad honorem dalle Università di Yale e Columbia, premi dal Franklin Institute, dalla città di Filadelfia, la medaglia Edison dalla IEEE nel 1917, era socio onorario della American Association for the Advancement of Science. Nel 1915 il New York Times annunciò che Tesla ed Edison potevano essere i Premi Nobel per la fisica di quell’anno, ma nessuno dei due ebbe mai il premio; si diffusero voci che Tesla avrebbe rifiutato di avere un premio dopo Marconi e soprattutto insieme al suo grande nemico Edison! Nel 1931 in occasione del 75° compleanno ebbe la copertina su Time e ricevette gli auguri e i complimenti da molti scienziati e persone illustri, tra cui Einstein e Mark Twain.
Scrisse molti articoli autobiografici, raccolti nel volume My Inventions. Tra le sue qualità, oltre alla fertile immaginazione e inventiva, c’era anche una straordinaria memoria e la capacità di visualizzare nella sua mente i suoi progetti fin nei minimi dettagli ed anche nel funzionamento. Parlava correttamente otto lingue tra cui l’italiano. La sua persona fisica era imponente, per altezza e per lo sguardo deciso e determinato. Visse sempre isolato, anche per la sua eccentricità, attratto dal paranormale, dagli extraterrestri e dalla filosofia vedica, scapolo a vita, le sue energie erano tutte dedite alla scienza.
Morì nel 1943, all’Hotel New Yorker dove, praticamente in povertà, aveva vissuto gli ultimi dieci anni grazie solo ad una pensione yugoslava, nella stanza 3327 piena delle sue carte che furono sequestrate e secretate dallo FBI perché sembra contenessero appunti e calcoli su di un’arma segreta, pare un ‘raggio della morte’ basato sulle sue ricerche sui fulmini globulari e sulle sfere di plasma. Al suo funerale parteciparono molti Premi Nobel, le sue ceneri sono conservate al Museo Tesla di Belgrado insieme a molte delle sue carte e apparecchi.
Il 10 luglio, suo compleanno, è stato proclamato dallo stato di New York ‘Nikola Tesla Day’. La sua vita è stata raccontata in un film con Orson Welles, The secret of Nikola Tesla. Girato nel 2017 negli USA, è in proiezione anche in Italia (estate 2019) Edison – L’uomo che illuminò il mondo. Il film tratta, tra l’altro, la ‘guerra delle correnti’ combattuta tra Edison, Westinghouse e Tesla. In suo onore nel 1960 venne chiamata tesla (T) l’unità di misura SI della grandezza densità di flusso magnetico (comunemente chiamata ‘induzione magnetica’ o semplicemente ‘campo magnetico B’).