Narinder Singh Kapany (ਨਰਿੰਦਰ ਸਿੰਘ)
Il padre era fratello di S. Gurcharan Singh Kapany, un filantropo di Ambala, dove spesso la famiglia trascorreva le vacanze, tale rapporto con la zona permane tuttora.
La sua formazione fu in India, frequentò la scuola superiore a Dehradun, la ’Città delle Scuole’ ai piedi dell’Himalaya e quando il suo insegnante affermava che la luce viaggia in linea retta cominciò a riflettere che poteva non essere sempre vero.
Successivamente frequentò la Agra University (ora Dr. B. R. Ambedkar University), la più antica università indiana, dove si laureò e dopo un breve periodo di lavoro in una fabbrica di artiglieria, ottenne una borsa di studio della Royal Society of Engineering per l’Imperial College di Londra dove conseguì il Ph.D. in ottica. Qui nel 1952, insieme al suo relatore della tesi, Hopkins, pensò di usare cilindri di vetro flessibili per ottenere un percorso della luce curvo dovuto alla riflessione totale interna.
L’idea non era nuova, già intorno al 1840 lo svizzero Daniel Collandon e il francese Jacques Babinet mostrarono che la luce poteva essere guidata da un getto d’acqua e nel 1854 il fisico inglese John Tyndall faceva pubbliche dimostrazioni guidando luce colorata nei getti d’acqua di una fontana.
L’idea di Kapany era di usare un fascio di fibre di vetro, facilmente piegabili, pensando soprattutto ad usi medici per endoscopia.
Si rivolse alla Pilkington Glass Company, che produceva fibre di vetro per usi non ottici, portando vetro ottico e chiedendo di ottenerne fibre, ma la ditta gli fornì fibre di un vetro verde da bottiglie di birra, non capendo l’uso che voleva farne. Le fibre assorbivano troppa luce e non funzionavano, così decise di ottenere in proprio fibre da vetro ottico, ma il problema da affrontare ora erano i difetti di superficie. Infatti, per ottenere una buona immagine era necessario usare un fascio di centinaia di fibre e al contatto tra le fibre adiacenti la dispersione della luce provocava una perdita della risoluzione dell’immagine.
La soluzione vincente trovata fu quella di rivestire le fibre con una guaina di vetro di indice di rifrazione minore e Kapany e Hopkins pubblicarono il risultato su Nature nel 1954 e lo presentarono ad un Congresso di ottica a Firenze.
Fino al 1955, pensando solamente ad usi medici, non si rese conto dell’enorme potenziale di applicazione delle fibre ottiche, termine da lui coniato in un articolo per Scientific American nel 1960.
Emigrò quindi negli Stati Uniti, prima all’Università di Rochester e poi all’Illinois Institute of Technology dove continuò a perfezionare e a trovare nuove applicazioni, specialmente dal 1960 quando l’invenzione del laser ampliò gli usi possibili. Dal 1955 al 1965 pubblicò decine di lavori e in totale ottenne un centinaio di brevetti legati alle applicazioni delle fibre ottiche.
Nel 1960 intraprese la carriera imprenditoriale fondando la Optics Technology Inc. di cui fu Presidente e Direttore della ricerca per 12 anni; nel 1973 fondò la Kaptron Inc. di cui fu Presidente fino al 1990 quando la vendette alla AMP rimanendo come capo del settore tecnico e di ricerca. Nel 2000 fondò la K2 Optronics a Sunnyvale, California, che si occupa di opto-elettonica soprattutto per comunicazioni.
Continuò anche l’attività didattica a Berkeley (UCB), e all’Università della California a Santa Cruz (UCSC) dove era Direttore del Centro per l’Innovazione e lo Sviluppo imprenditoriale (CIED). È stato anche professore ospite alla Stanford University al Dipartimento di Fisica e consulente del Dipartimento di Ingegneria Elettrica.
Ha pubblicato più di 100 articoli e libri di opto-elettronica e imprenditorialità.
Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, quali ‘The Excellence 2000 Award’ dalla Camera di Commercio USA-Asia nel 1998, e nel 1999 la rivista Fortune lo incluse nei sette ‘eroi’ del XX secolo. È membro della British Royal Academy of Engineering, della Optical Society of America (OSA), e della American Association for the Advancement of Science (AAAS).
Nonostante i suoi pionieristici studi sull’uso delle fibre ottiche per telecomunicazioni, risalenti agli anni ’60 quando la tecnologia non permetteva di ottenere risultati, fu ignorato nel 2009 quando il Premio Nobel fu attribuito a Charles Kao per i risultati sulla trasmissione di luce in fibre per comunicazioni ottiche.
È un attivo filantropo nel campo della istruzione e dell’arte, tra i fondatori della Sikh Foundation sostiene le sua attività a favore della cultura Sikh da oltre 30 anni, istituendo tra l’altro una Cattedra di Studi Sikh all’Università della California a Santa Barbara (dedicata alla madre Kaur) e una di Opto-Elettronica all’Università della California a Santa Cruz (a lui dedicata). Nel 1999 ha donato 500.000 $ all’Asian Art Museum di San Francisco per la costruzione di un edificio destinato alla esposizione di opere donate dalla sua collezione di arte Sikh.
È infatti anche un collezionista di arte Sikh, le opere della sua collezione sono spesso prestate per esposizioni o mostre di arte asiatica in tutto il mondo.
Oltre che collezionista è anche un artista, creò 50 sculture chiamate ‘dynoptiche’ usando fibre di vetro, che Frank Oppenheimer volle all’Exploratorium di San Francisco nel1972 e che da allora sono state esposte in numerose mostre.
È sposato con Satinder dal 1954 e hanno due figli, Rajinder, manager high-tech, e la figlia Kiran avvocato; vive sulla baia di San Francisco, ancora attivissimo sia sul lavoro che nel settore umanitario, e tutti gli anni visita la sua India.