Massimilla (Milla) Baldo Ceolin

Figlia di un piccolo imprenditore proprietario di un’officina meccanica a Legnago. Conseguì la laurea in Fisica a Padova nel gennaio del 1952.

Nel 1963 ottenne la cattedra di Fisica Superiore, insegnamento che ha tenuto ininterrottamente fino alla cessazione del servizio accademico, prima donna titolare di una cattedra nell’Università di Padova dalla sua fondazione.

Tra il 1965 e il 1968 ha diretto la Sezione di Padova dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), di cui è sempre stata autorevole esponente in tutte le sedi.

Tra il 1973 e il 1978 ha diretto il Dipartimento di Fisica ‘Galileo Galilei’, succedendo ad Antonio Rostagni, di cui è stata preziosa collaboratrice negli anni della ricostruzione della fisica padovana e dell’avvio di imprese rilevanti quali la fisica dei raggi cosmici ed anche nel sostegno della fisica nucleare con la fondazione del Laboratorio Nazionale dell’INFN di Legnaro.

Dal 1998 Professore Emerito dell’Università di Padova.

Le sue ricerche, iniziate subito dopo la laurea, hanno riguardato eminentemente la fisica sperimentale delle alte energie.

Fin dall’inizio la sua attività di ricerca è stata guidata dall’interesse preminente per le interazioni deboli, che sono state per anni anche l’argomento del suo corso di Fisica Superiore. Quella delle interazioni deboli è una linea di ricerca nella quale i fisici italiani sono stati protagonisti. La prima teoria delle interazioni deboli venne infatti proposta da Fermi nel 1933 e una quindicina di anni dopo, tra il 1946 e il 1947, due gruppi, rispettivamente quello di Conversi, Pancini e Piccioni e quello di Occhialini, Lattes e Powell, ottenevano importanti risultati che inauguravano la stagione delle ricerche sperimentali avanzate sulle interazioni deboli. Né vanno dimenticati i grandi contributi, sia sperimentali sia teorici, di Pontecorvo, il primo a introdurre nel 1957 l’idea di oscillazione dei neutrini.

Non è un caso che avesse quindi come riferimenti fondamentali, nella sua vita e nella sua attività di ricerca sperimentale, proprio scienziati come Conversi, Occhialini e Pontecorvo, per i quali la “globalità” del pensare fisico e la fantasia nel disegnare soluzioni e apparati sperimentali si univano a una ricca sensibilità culturale e a una grande umanità.

La scoperta nel 1958 del primo evento di antilambda è molto significativa del suo modo di sperimentare: sua è l’idea dell’esperimento e il calcolo di fattibilità, sua soprattutto l’interpretazione chiara dell’evento trovato nelle lastre fotografiche esposte al Bevatron di Berkeley.

Fondamentali sono stati i suoi studi sui mesoni K, carichi e neutri, dapprima con le emulsioni nucleari e successivamente con le camere a bolle a Berkeley, al CERN e all’ITEP di Mosca con importanti risultati relativi ai numeri quantici, alle regole di selezione e alle invarianze fondamentali, l’ultima rispetto a CPT dallo studio dei decadimenti dei mesoni K0 nella camera a bolle a Xeno dell’ITEP.

Poi si occupò di neutrini. L’esperimento NUE al CERN in collaborazione con Aachen ha fornito una prima conferma sperimentale delle teorie unificate delle interazioni deboli ed elettromagnetiche, attraverso la prima misura sistematica delle correnti neutre leptoniche.

Lo studio sperimentale, ancora al CERN, delle interazioni dei neutrini e antineutrini separatamente su protoni e neutroni ha fornito informazioni importanti sulle proprietà dinamiche dei quark e degli antiquark dei singoli sapori.

Infine, è stata la prima a proporre al CERN un esperimento sulle oscillazioni dei neutrini, che si è potuto effettuare solo 15 anni dopo, proseguendo poi con gli ultimi lavori che l’hanno vista coinvolta negli esperimenti NOMAD al CERN e ICARUS al Gran Sasso.

Nel frattempo aveva iniziato un’attività al reattore nucleare dell’ILL di Grenoble volta allo studio delle oscillazioni neutrone-antineutrone, nell’ambito delle teorie di grande unificazione. Una misura importante che ha fornito un limite  molto significativo all’oscillazione.

Nell’ultimo periodo era stata nominata al coordinamento dell’European Network “Neutrino Oscillations”, che raccoglie gli esperimenti sull’oscillazione del neutrino (tra cui OPERA, venuto alla ribalta recentemente per la misura sulla velocità dei neutrini).

A tutti questi settori ha dato contributi importanti fino all’ultimo, unendo alla sua attività di scienziata quella di infaticabile coordinatrice di collaborazioni internazionali e organizzatrice di incontri per fare il punto sulle ricerche svolte e discuterne le prospettive.

Memorabile in questo senso la serie di workshop Neutrino Telescopes, un altro modo di guardare il cielo, organizzati all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti a Venezia dal 1988 fino al 2009, richiamando i massimi esperti della fisica del neutrino e della fisica astroparticellare, tra cui numerosi Premi Nobel.

Nel corso di tutta la sua attività ha saputo creare un folto gruppo di collaboratori, ricercatori e tecnici e promuovere collaborazioni internazionali ai massimi livelli, sempre entusiasta, sempre attenta a trasmettere ai giovani la curiosità e la passione per la fisica che l’hanno sempre contraddistinta.

Ma la sua attività, pur dominata dalla ricerca scientifica, non si esauriva in essa. Per lei, infatti, l’impegno militante di scienziata si congiungeva naturalmente con le altre molteplici espressioni della cultura, dalla letteratura alla poesia, dalla musica alle arti figurative. Sostenuta in questo dal marito Carlo, il compagno di una vita.

Innumerevoli testimonianze di questa dedizione alla cultura nei suoi molteplici aspetti si ritrovano nelle attività svolte nell’ambito delle accademie di cui faceva parte, l’Accademia dei Lincei (dal 1987), l’Accademia Galileiana e l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti (dal 1966), ma anche nei suoi fondamentali contributi in qualità di membro della giuria di premi come il Premio Monselice per la traduzione letteraria e scientifica o il Premio Galileo per la divulgazione scientifica.

Tanti i riconoscimenti a lei tributati: il ‘premio Feltrinelli’ dell’Accademia dei Lincei nel 1976, la ‘Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte’ del Ministero della Pubblica Istruzione  nel 1980, e la ‘Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Scienza e Cultura’ del Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica nel 1993, il Premio della Società Italiana di Fisica, in occasione del 50-esimo anniversario della Teoria di Fermi (1984), il ‘Premio del Centenario’ (1997) sempre della S.I.F. per i suoi contributi alla fisica delle particelle elementari e il ‘Premio Enrico Fermi’ nel 2007 insieme a Ettore Fiorini e Italo Mannelli per i loro fondamentali risultati sperimentali nel campo delle interazioni deboli. A Milla Baldo Ceolin per gli importanti lavori sulla fisica dei mesoni K e dei neutrini …

È stata membro dell’Editorial Board del Nuovo Cimento, degli Acta Physica Austriaca, di Zeitschrift für Physik C e dell’European Physics Journal C.

Una ricerca condotta alla UCLA University su ‘Contributions of the 20th Century Women to Physics’ la pone tra le 86 che nel ventesimo secolo have made original and important contributions to physics.

Per chi ha avuto la fortuna di conoscerla e frequentarla rimane l’immagine di una donna minuta ma piena di energia. Un sorriso che animava gli incontri nel salotto di casa dove si discuteva fino a notte fonda di scienza, lettere, arti e politica.

Anni fa riassunse in una battuta la sua visione del progresso della fisica, citando un passo di Kleist: Se tutti gli uomini avessero vetri verdi al posto degli occhi, dovrebbero giudicare che gli oggetti che vedono sono verdi: e mai sarebbero in grado di decidere se il loro occhio mostra loro le cose come sono e se non vi aggiunga piuttosto qualcosa che appartiene non a loro ma all’occhio. E concluse dicendo che pensava che noi vediamo il mondo fisico da una certa prospettiva. Questa prospettiva parziale, come dimostra il progresso della fisica, rimane sempre un buon punto di partenza, una buona approssimazione in quel contesto, a quel livello, anche se la nostra visuale via via muta e si allarga, se le ‘tonalità’ e i ‘colori’ si moltiplicano.

Si è interessata al lavoro dell’AIF con le Olimpiadi della Fisica, che ha presentato con parole di stima e di amicizia al congresso SIF del ’99. Così la ricorda Giuliana Cavaggioni: Per tutti noi che la conoscevamo era la Milla, una donna che ha saputo fare una carriera brillante quando a fisica le donne non le vedevano neppure. Una donna arguta e intelligente a cui devo tante piacevoli chiacchierate.

 

(Questa biografia è basata in gran parte sul ricordo di Giulio Peruzzi pubblicato in Scienzainrete.it; si ringrazia l’autore per il permesso accordato.)