Max Born
Figlio di Gustav Born, professore di embriologia, e di Margarete Kauffmann, proveniente da una famiglia di industriali tessili, entrambi ebrei. Dalla madre, che però morì quando aveva quattro anni, ereditò l’amore per la musica.
Frequentò il König Wilhelm Gymnasium a Breslau (Breslavia), senza brillare e preferendo le materie umanistiche a quelle scientifiche, ma quando si iscrisse all’Università di Breslau frequentò i corsi scientifici, più per seguire i desideri del padre, che era appena mancato, che per un reale interesse.
Seguì, nel 1901, corsi di fisica, chimica, logica, filosofia, zoologia, ma preferiva matematica e astronomia e pensò di dedicarsi a quest’ultima, trasferendosi, come allora usava, prima a Heidelberg, nel 1902, poi a Zurigo nel 1903.
Tornato a Breslau alcuni compagni di corso lo informarono dei grandi insegnanti di matematica di Göttingen, Klein, Hilbert e Minkowski, e quindi vi si trasferì diventando nel 1905 assistente di David Hilbert.
Con Hilbert e Minkowski, oltre alle lezioni, usava fare lunghe passeggiate nei boschi durante le quali discutevano di filosofia, politica e problemi sociali, mentre Klein si lamentava delle numerose assenze alle sue lezioni per cui sostituì il corso di geometria con quello di astronomia tenuto da Schwarzschild.
Nel 1907 conseguì il dottorato, con una tesi sull’elasticità di fili e nastri, e venne arruolato per il servizio militare obbligatorio, che gli venne ridotto perché sofferente di asma.
Trascorse sei mesi a Cambridge, al Gonville & Caius College, dove seguì le lezioni di Larmor, anche se non comprendeva bene il suo forte accento irlandese, e di J. J. Thomson. Al ritorno a Breslau, dove lavorò con Lummer e Pringsheim (i fisici che avevano fatto, a Berlino nel 1900, le misure dello spettro del corpo nero, che confermavano l’ipotesi di Planck dei quanti), lesse i lavori di Einstein del 1905 sulla relatività e ne fu conquistato, propose di unire le idee di Einstein e Minkowski e venne invitato a Göttingen nel 1909 per collaborare con Minkowski che però morì dopo poche settimane lasciandolo sconsolato e pessimista sul suo futuro.
Pubblicò e completò alcuni lavori di Minkowski e venne invitato da Michelson a Chicago per tenere lezioni sulla relatività.
Nel 1912, grazie ad Hilbert ottenne però un posto a Göttingen ed iniziò una collaborazione con l’ungherese Von Karman sulla dinamica del reticolo cristallino (Dynamik der Kristallgitter, 1915, ebbe numerose edizioni e revisioni e divenne nel 1954, Dynamical Theory of Crystal Lattices con Kun Huang).
Sposò nel 1913 Hedwig Ehrenberg, figlia di un professore di legge, ed ebbero un figlio e due figlie. Il figlio Gustav Victor Rudolf (1921) è stato professore emerito di farmacologia al King’s College di Londra, mentre una delle figlie è la madre della cantante e attrice Olivia Newton-John.
Nel 1914 gli venne offerto un posto a Berlino, con Max Planck, ma allo scoppio della Prima Guerra mondiale fu arruolato prima come operatore radio in aviazione, poi trasferito a compiti di ricerca in artiglieria. Riuscì a togliere dal servizio attivo anche alcuni collaboratori e studenti e li fece trasferire a Berlino.
Gli anni di guerra furono difficili, mitigati dall’amicizia con Einstein col quale eseguiva sonate, lui al pianoforte ed Einstein al violino.
Nel 1919 si trasferì a Francoforte, nominato direttore dell’Istituto di fisica teorica, dove aveva come assistente Otto Stern, e due anni dopo venne chiamato a Göttingen, per succedere a Peter Debye come professore e direttore dell’Istituto di Fisica Teorica, e ottenne un secondo Istituto per il suo amico James Franck.
Dal 1926 cominciò ad occuparsi di ‘meccanica quantistica’ (il termine è suo) insieme al suo allievo Werner Heisenberg e a Wolfgang Pauli. Riconobbe che l’approccio proposto da Heisenberg era un’algebra delle matrici e diede un fondamentale contributo alla nuova fisica quantistica con il ‘dreimännerarbeit’ insieme a Jordan e Heisenberg.
Nei dodici anni di Göttingen ebbe numerosi allievi, tra cui Werner Heisenberg (che gli era stato mandato da Sommerfeld), Pascual Jordan, Max Delbrück (Premio Nobel per la medicina nel 1969), Friedrich Hund, Maria Göppert-Mayer (P. Nobel 1963), Robert Oppenheimer, Viktor Weisskopf e numerosi assistenti tra cui Enrico Fermi (P. Nobel 1938), Gerhard Herzberg (P. Nobel 1971 per la Chimica), Wolfgang Pauli (P. Nobel 1945), Leon Rosenfeld, Edward Teller e Eugene Wigner (P. Nobel 1963).
Elaborò la interpretazione probabilistica della funzione d’onda, nota come ‘intrepretazione di Copenhagen’ e fu a lui che Einstein indirizzò la lettera contenente la famosa frase ‘Dio non gioca a dadi col mondo’.
Per i suoi contributi avrebbe meritato di condividere il Premio Nobel dato nel 1932 ad Heisenberg (ma non a Jordan), e lo otterrà solo nel 1954 per ‘i suoi contributi alla teoria quantistica’.
Nel 1933, come tanti altri, fu costretto ad emigrare per le origini ebree sue e della moglie (anche se entrambi cristiani luterani), e dopo un periodo in nord Italia fu invitato a Cambridge dove per tre anni tenne lezioni e lavorò in collaborazione con Leopold Infeld sull’elettrodinamica non lineare.
Nel 1935-36 passò l’inverno a Bangalore, in India, dove collaborò con Sir C. V. Raman e i suoi allievi e al ritorno fu nominato professore di filosofia naturale a Edimburgo, dove rimase fino al pensionamento nel 1953.
Nel 1939 ottenne la cittadinanza britannica e la nomina a membro della Royal Society di Londra.
Convinto pacifista non partecipò, neppure indirettamente alle ricerche sulla bomba atomica, anche se riconosceva che ‘potrebbe essere la sola soluzione’. Furono proprio i suoi vecchi collaboratori di Göttingen che formarono il nucleo del ‘progetto Manhattan’, come Fermi, Göppert-Mayer, Oppenheimer, Weisskopf, Teller, Wigner e Von Neumann.
Fu uno degli undici firmatari del Manifesto Einstein-Russell per il disarmo nucleare.
Nel 1954 assieme alla moglie tornò a vivere in Germania, nella cittadina termale di Bad Prymont.
Morì ed è sepolto a Göttingen nello stesso cimitero di Nernst, Weber, von Laue, Planck e Hilbert.
Oltre al Nobel ottenne numerosi premi, come la Medaglia Hughes della Royal Society nel 1950, la medaglia Stokes dall’Università di Cambridge, la medaglia Planck dalla società tedesca di fisica ed altre. Membro di numerose accademie, ricevette una decina di dottorati onorari, la cittadinanza onoraria di Göttingen, la Gran Croce dell’Ordine del Merito della Repubblica federale tedesca nel 1959.
Autore di 360 tra pubblicazioni, trattati e manuali specialistici come Einstein’s Theory of Relativity, (tr. it. La sintesi einsteiniana, Boringhieri, Torino, 1969); Elementare Quantenmechanik con Jordan, 1930; Principles of Optics, con Emil Wolf., 7.a ed. Cambridge U. P. 1999; Atomic Physics, 8.a ed. Dover, 1969 (tr. it. Fisica atomica, Boringhieri, Torino, 1968). Pubblicò anche vari libri di riflessioni sulla scienza, come Physics in My Generation (tr. it. La fisica e il nostro tempo, Sansoni, Firenze, 1961); Natural philosophy of cause and chance (tr. it. La filosofia naturale della causalità e del caso, Boringhieri, Torino, 1962); The Born-Einstein Letters (tr. it. Scienza e vita, Einaudi, Torino, 1973); My Life: Recollections of a Nobel Laureate, Taylor&Francis, 1978.