Lise Meitner
Terza di otto figli di una famiglia ebrea viennese, suonava il pianoforte e restò tutta la vita appassionata di musica. A scuola aveva buoni risultati in matematica e scienze, e dato che allora non era possibile in Austria ad una donna iscriversi all’Università, completò i suoi studi per diventare insegnante. Nel frattempo i tempi stavano cambiando e nel 1901 potè entrare all’Università di Vienna, unica donna. Fu allieva di Ludwig Boltzmann e capì subito che lo studio della fisica sarebbe stata la sua vita. Da Boltzmann ereditò una visione della fisica come battaglia per la scoperta della verità ultima.
Dopo il dottorato, conseguito nel 1905, e il tragico suicidio del suo mentore Boltzmann, che la segnò tantissimo, passò a Berlino per studiare con Max Planck e qui conobbe il chimico Otto Hahn col quale iniziò a collaborare sulla fisica e chimica delle sostanze radioattive presso il Kaiser Wilhelm Institute per la Chimica, nel quale lavorò in seguito per oltre trent’anni, spostando i suoi interessi verso la fisica nucleare.
Durante la Prima Guerra Mondiale dal 1914 al 1916 lavorò volontaria come tecnico dei raggi X nell’esercito austriaco e, tra l’altro, fu una dei primi a istituire regole di precauzione e protezione nell’uso delle radiazioni.
Nel 1918 identificò insieme ad Hahn l’elemento 91 chiamato protoattinio.
Scoprì poi nel 1923 la produzione di elettroni quando raggi X espellono elettroni “orbitali” (poi chiamato “effetto Auger” dopo che il fisico francese Pierre Auger lo scoprì indipendentemente due anni dopo).
Dal 1926 fu nominata Professore straordinario, prima donna in Germania, all’Università di Berlino.
Nel 1934 Fermi e i suoi collaboratori avevano prodotto isotopi radioattivi mediante bombardamento con neutroni dell’uranio che interpretarono all’inizio come produzione di elementi transuranici. Meitner convinse Hahn e il chimico Fritz Strassmann ad esplorare le possibilità di spiegazione di questo fenomeno, al quale pure lavoravano Fermi col gruppo romano e i coniugi Joliot-Curie a Parigi.
L’avvento al potere di Hitler all’inizio non disturbò il lavoro del gruppo di Berlino, anche perché Lise si era nel 1908 convertita al Protestantesimo, mentre le due sorelle erano diventate cattoliche, ma dopo l’annessione della sua patria, l’Austria, nel marzo 1938, decise di lasciare la Germania. Si recò a Stoccolma presso l’Istituto Nobel di Fisica sperimentale, con Manne Siegbahn, anche se non entrò nel loro gruppo di ricerca e nemmeno ne formò uno suo. Non aveva un titolo ufficiale, pur avendo un modesto contributo dall’Accademia delle Scienze Svedese; aveva uno spazio suo, ma non collaboratori, attrezzature e nemmeno un mazzo di chiavi personale… , come ricorderà in seguito, continuando per corrispondenza la collaborazione con Hahn e Strassmann.
Nel novembre 1938 Hahn la incontrò in segreto a Copenhagen e, grazie ai suoi suggerimenti, al ritorno insieme a Strassmann iniziò alcuni test su di un prodotto del bombardamento dell’uranio che credevano essere radium. In realtà scoprirono che si trattava di bario e pubblicarono il risultato, nel gennaio 1939, su Naturwissenschaften, mentre contemporaneamente Lise Meitner e il nipote Otto Robert Frisch spiegavano il fenomeno, usando il modello “a goccia liquida” del nucleo di Bohr, e lo chiamarono fissione nucleare (nel febbraio 1939 su Nature).
Nel 1944 ad Hahn e Strassmann fu attribuito il Premio Nobel per la Chimica, per la scoperta della fissione nucleare, dimenticando il lavoro fondamentale di Meitner e Frisch, probabilmente perché Hahn lo tenne in ombra, a causa della loro “fuga” dalla Germania, e forse perchè lo stesso Siegbahn, che mal sopportava uno scienziato donna, si oppose presso il comitato Nobel. Nonostante in seguito molti altri, e in parte lo stesso Hahn, abbiano chiarito il ruolo profondo e fondamentale avuto da Lise in tutta la vicenda, l’”errore” del mancato Premio Nobel non fu mai riconosciuto e solo parzialmente mitigato dal conferimento nel 1966 a Hahn, Meitner e Strassmann, stavolta insieme, del Premio Fermi (Commissione per l’Energia Atomica – USA).
Ottenne anche numerose altre onorificenze: membro straniero della Royal Society dal 1946, delle Accademie delle Scienze svedese, di Vienna, di Berlino ed altre; medaglia Leibniz dell’Accademia di Berlino nel 1924, medaglia Planck dalla Società Tedesca di Fisica nel 1949.
Dopo la guerra passò un breve periodo in America, alla Università Cattolica di Washington, e fu proclamata dalla Associazione della Stampa "Donna dell’anno" nel 1946. In tale occasione, con la solita imprecisione giornalistica, fu acclamata come “madre della bomba atomica” e fu addirittura scritto che era fuggita dalla Germania con “i piani della bomba nella borsetta” anche se in realtà non diede nessun contributo, nemmeno indirettamente, agli studi che condussero alla bomba atomica.
Tornò poi in Svezia, avendo nel frattempo preso la cittadinanza svedese, come Professore all’Istituto Reale di Tecnologia, fino al 1960.
Nel 1992 in suo onore l’elemento 109 fu chiamato Meitnerium.