Leo Szilard (Szilárd Leó)
Figlio di un ingegnere civile di origine ebrea, studiò alla Realiskola di Budapest dove si diplomò nel 1916, si iscrisse poi a ingegneria presso la Budapest Technical University.
Nel 1917 si arruolò nell’esercito austro-ungarico come allievo ufficiale di artiglieria, si salvò da una probabile morte in battaglia per un’influenza e alla fine della guerra fu congedato con onore.
Riprese gli studi a Budapest, ma nel 1919 lasciò l’Ungheria per sfuggire al regime repressivo e antisemita di Horthy e raggiunse Berlino dove continuò gli studi di ingegneria alla Technische Hochschule per poi passare a fisica all’Università di Berlino dove fu allievo di Einstein, Planck e Max von Laue.
Conseguì il dottorato in fisica col massimo dei voti con una tesi di termodinamica e meccanica statistica molto lodata da Einstein. Dopo tre anni di lavoro come assistente di Max von Laue sulla diffrattometria a raggi X iniziò nel 1926 una settennale collaborazione con Einstein su di un progetto di refrigeratore senza parti mobili che portò all’invenzione della cosiddetta pompa Einstein-Szilard più tardi applicata nella tecnologia dei reattori nucleari.
Nel 1928 collaborò con John von Neumann ai seminari di teoria quantistica. Fu poi assunto come consulente dalla AEG per sviluppare il frigorifero Einstein-Szilard e fece brevettare per la Germania l’acceleratore lineare e il ciclotrone e più tardi il microscopio elettronico.
Nel 1929 pubblicò la famosa memoria Sulla diminuzione di entropia in un sistema termodinamico per intervento di un essere intelligente, dove prende in esame il cosiddetto ‘diavoletto di Maxwell’ e dimostra l’entropia dell’unità di informazione (k ln 2) ponendo le basi della moderna cibernetica e teoria dell’informazione.
Nel 1930 conobbe la futura moglie Gertrude (Trude) Weiss e tentò di organizzare un movimento internazionale di intellettuali progressisti basato sulle idee di G.H. Wells. Organizzò seminari di fisica teorica con Schrödinger e di fisica nucleare e chimica con Lise Meitner.
Nel 1932 visitò gli Stati Uniti e tentò di organizzare un boicottaggio scientifico del Giappone per protesta contro l’invasione della Cina. Lasciò la Germania nel 1933 per sfuggire alla persecuzione nazista e dall’Inghilterra organizzò l’Academic Assistance Council per accogliere e aiutare i colleghi scienziati rifugiati.
Secondo il suo racconto, mentre camminava per le strade di Londra lesse sul Times che Rutherford aveva affermato essere insensato il tentare di ottenere energia dalle trasformazioni dell’atomo e ad un semaforo concepì l’idea della reazione a catena. L’anno successivo ottenne il brevetto e lo passò all’Ammiragliato perché fosse secretato.
Siccome a Cambridge gli venne ovviamente rifiutato da Rutherford lo spazio per ricerche sulla reazione a catena, iniziò all’Ospedale St. Bartolomew di Londra una ricerca sull’elemento più idoneo per realizzarla, interessandosi dapprima del berillio e inventando insieme a T.A. Chalmers un metodo per separare isotopi radioattivi artificiali e nel 1935 la cosiddetta reazione Szilard-Chalmers caratterizzata dall’emissione di neutroni da parte del berillio bombardato da raggi γ. Passato al Clarendon Laboratory di Oxford provò ad esaminare l’attività dell’indio. Nel 1936 tentò senza successo di convincere Fermi e Bohr della fattibilità dello sfruttamento dell’energia atomica e della necessità di un suo controllo perché potenzialmente pericolosa.
Nel 1938 si trasferì a New York, prevedendo imminente lo scoppio della Seconda Guerra mondiale, e rinunciò all’indio come elemento di fissione. Dopo l’annuncio della fissione nucleare ottenuta da Hahn e Strassmann si convinse che l’uranio avrebbe sostenuto una reazione a catena e iniziò esperimenti in tal senso alla Columbia University con Walter Zinn dimostrando l’emissione di neutroni da parte dell’uranio. Propose che gli esperimenti sulla reazione nucleare fossero dichiarati segreti per il pericolo di una bomba atomica tedesca.
Iniziò la collaborazione con Enrico Fermi sulla realizzazione di un reattore nucleare che portò poi alla Pila di Chicago e fu tra quelli che assistettero alla prima reazione nucleare controllata il 2 dicembre 1942.
Nel 1939 fece visita ad Einstein, con Wigner e Teller, per discutere come prevenire una bomba atomica tedesca. In seguito a tale visita scrisse materialmente, insieme ad Einstein, la famosa lettera al Presidente Roosevelt sulla necessità di costruire un’arma nucleare che diede inizio al Progetto Manhattan.
Ebbe tuttavia numerosi e vivaci scontri col Generale Groves, capo del progetto Manhattan, che lo fece dichiarare sospetto e pericoloso per cui venne tenuto ai margini del progetto, pedinato, minacciato di arresto e costretto a cedere i brevetti in suo possesso al Governo USA. Nonostante ciò diede numerosi contributi specialmente sulla costruzione dei reattori ‘autofertilizzanti’ e nel 1943 ottenne la cittadinanza americana.
Nel 1945 cercò, senza riuscirci, di incontrare personalmente il Presidente Roosevelt, e poi Truman, per evitare che la Bomba fosse usata su obbiettivi civili e perché fosse invece organizzata una dimostrazione per gli ambasciatori e generali giapponesi. Fu tra i redattori del Rapporto Franck, promuovendo anche una petizione tra scienziati che si opponevano all’uso della Bomba per ragioni morali. Dopo la guerra si oppose con successo, intervenendo al Senato, al tentativo di mettere l’energia atomica sotto il completo controllo dei militari, e fondò con Einstein il Comitato di Emergenza degli Scienziati atomici.
Dopo Hiroshima decise di lasciare per sempre la fisica per la biologia e fu nominato Professore di Biofisica a Chicago, dedicandosi alla biologia molecolare prima con Max Delbrück e poi con Aaron Novick. Nel 1949 creò un proprio laboratorio e fondò il ‘Gruppo Midwestern’ con Hershley, Luria, Watson, Lederberg, che diede importanti contributi allo studio delle mutazioni batteriche. I suoi ultimi lavori riguardarono i meccanismi biochimici dell’invecchiamento e della memoria.
Nel 1950 si schierò pubblicamente contro lo sviluppo della bomba all’Idrogeno e nel 1951 sposò la compagna di sempre Trude Weiss, medico di igiene pubblica. Divenne anche un attivo partecipante delle ‘Conferenze Pugwash’ dedicate alla pace a alla sicurezza mondiale.
Nel 1955 ottenne con Fermi il brevetto per il reattore nucleare, ma rinunciò ai benefici economici connessi e fu nominato Professore di biofisica all’Enrico Fermi Institute di Chicago, rifiutando un posto che gli era stato offerto da Berlino.
Nel 1959 gli fu diagnosticato un tumore alla vescica, rifiutò le cure tradizionali e progettò il protocollo per la propria radioterapia che gli venne applicata al Memorial Hospital di New York con successo e completa guarigione. Durante la cura incontrò il premier sovietico Nikita Krusciov, in visita a New York, proponendo alcune misure per ridurre la tensione tra le due superpotenze, tra le quali l’istituzione della famosa ‘linea calda’ telefonica.
Nel 1961 si trasferì a Washington confidando molto nella nuova era promessa dall’Amministrazione Kennedy, ma ne fu ben presto deluso e iniziò un giro di conferenze per la Nazione intitolato “Are We on the road to War?”
Nel 1962 fondò un Consiglio per l’abolizione della guerra, (poi ribattezzato Consiglio per un mondo vivibile) e si impegnò personalmente, durante la crisi dei missili di Cuba, per scongiurare una terza guerra mondiale.
Trasferì nel 1962 la sua attività di ricerca al Salk Institute di La Jolla, in California, dedicandosi allo studio delle basi molecolari della memoria, e lì morì nel sonno per un attacco cardiaco.
Era noto tra i colleghi per la sua personalità eccentrica – curiosamente dove alloggiava teneva sempre una valigia pronta – ma anche come un fine, creativo e originale pensatore; anche se non numerosi, i lavori pubblicati testimoniano la varietà dei suoi interessi.
Apertamente impegnato in politica, soprattutto a favore della pace, diceva di derivare tale coscienza sociale dalla lettura, a 10 anni, del poema La tragedia dell’uomo dello scrittore ungherese Madàch.
Pubblicò una raccolta di racconti di fantascienza dal titolo The voice of the Dolphins (ed. it. La voce dei delfini, L’ancora del Mediterraneo, 2004) dando un’ottima prova anche in questo campo.
Membro della Accademia americana di Arti e Scienze e dell’Accademia Nazionale delle scienze, ottenne un premio Atomi per la Pace e un dottorato onorario in scienze umane dalla Brandeis University.