Giovanni Polvani
Studiò alla Scuola Normale di Pisa, dove si laureò nel 1917, restando poi all’università di Pisa come assistente del suo maestro Luigi Puccianti e, più tardi, come incaricato di fisica superiore. In quegli anni conobbe Enrico Fermi e Franco Rasetti, studenti della Normale, e in seguito Gilberto Bernardini e Giovanni Gentile jr. di cui fu relatore di tesi (doveva essere sull’effetto Stark-Lo Surdo e si trasformò in un lavoro sull’equazione di Schrödinger) e grande amico per tutta la vita.
Nel 1927, dopo aver pubblicato una serie di lavori sulla termodinamica e sull’ottica quantistica, vinse il concorso a cattedre e fu nominato all’Università di Bari, ma nel 1929, in seguito alla prematura scomparsa di Aldo Pontremoli, tragicamente perito l’anno prima durante la spedizione di Umberto Nobile al Polo Nord con il dirigibile Italia, fu chiamato alla cattedra di fisica sperimentale dell’università di Milano.
A Milano riuscì a costruire una scuola di grande valore, con Bolla e lo stesso Gentile, dalla quale uscirono molti futuri scienziati di primo piano.
Dopo la seconda guerra si dedicò alla ricostruzione della ricerca milanese e italiana, come presidente della Società Italiana di Fisica per 15 anni, dal 1946 al ’61, e come presidente del CNR dal 1960 al 1965.
Nel 1953 fondò la Scuola Internazionale di Fisica di Varenna, a Villa Monastero sul lago di Como, da allora sede di incontri tra illustri scienziati e giovani fisici e, grazie alle sue conoscenze di gioventù, riusci ad avere come relatori i più famosi scienziati del mondo, tra i quali in più occasioni Enrico Fermi, che proprio a Varenna tenne nell’estate del 1954 una delle sue ultime lezioni pochi mesi prima della morte. La scuola ora è stata intitolata proprio ad Enrico Fermi e la biblioteca della scuola a Giovanni Polvani.
Nel 1966 fu eletto Rettore dell’università di Milano, carica che tenne fino al 1969.
Dal 1948 era socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, nel 1961 fu vice presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana e anche presidente della ‘Domus Galilaeana’ di Pisa.
Negli ultimi anni si dedicò in particolare alla storia della scienza, passione che aveva da sempre coltivato e sulla quale aveva scritto varie pubblicazioni.
Tra i suoi lavori: Storia delle ricerche sulla natura della luce (Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1934), Antonio Pacinotti: la vita e l’opera, (2 voll. Pisa 1934), “Il contributo italiano al progresso della fisica, negli ultimi cento anni”, (in: Un secolo di progresso scientifico italiano: 1839-1939, Roma, 1939), Lezioni di fisica sperimentale I e II (raccolte da Carlo Salvetti, Milano 1941- 1952), Alessandro Volta (Domus galilaeana, Pisa 1942), Appunti delle lezioni di termodinamica del calore raggiante (Milano 1950).