Sir Chandrasekhara Venkata Raman (சந்திரசேகர வெங்கடராமன)
Figlio di un insegnante di matematica e fisica, studiò al Presidency College di Madras dove conseguì il B.A. in fisica, nel 1904, con medaglia d’oro e il M.A., nel 1907, con lode. Già da studente iniziò ad occuparsi di ottica e acustica, i due settori ai quali dedicherà l’intera vita scientifica.
Si occupò presso l’Ufficio delle Finanze di Calcutta (ora Kolkata) nel 1907, dato che era molto difficile intraprendere una carriera scientifica, ma, nel poco tempo libero dal lavoro, iniziò un’attività di ricerca sperimentale presso i laboratori della Associazione Indiana per lo Sviluppo delle Scienze (IACS), della quale divenne Segretario Onorario nel 1919.
Nel 1917 gli fu offerta la cattedra di fisica all’Università di Calcutta, che accettò dimettendosi dal suo impiego, ma continuò le ricerche presso lo IACS, dove radunò i migliori studenti.
I suoi primi lavori riguardarono lo studio teorico di strumenti musicali ad arco e, su questo argomento, contribuì all’ottavo volume dello Handbuch der Physik.
Nel 1921 si recò ad Oxford in rappresentanza dell’università di Calcutta e, durante il viaggio in nave, fece alcuni esperimenti e riflessioni teoriche pubblicate in una nota su Nature dal titolo “The Colour of the Sea”. In essa vuol dimostrare che il colore blu del mare non è dovuto alla riflessione e assorbimento della luce solare, ma alla diffrazione molecolare.
Iniziò quindi una ricerca sulla diffusione della luce e, nel 1922, pubblicò un lavoro sulla diffrazione della luce da parte di molecole ("Molecular Diffraction of Light”), primo di una lunga serie di lavori che lo fecero conoscere al mondo scientifico occidentale come il maggiore esperto sull’argomento. Nel 1924, infatti, fu invitato ad un convegno a Toronto e conobbe i maggiori scienziati europei e americani che si occupavano di raggi X e di ottica, come Manne Siegbahn (Premio Nobel del 1924) e Niels Bohr (Nobel del 1922), che visitò a Copenhagen.
Nel 1923 Compton aveva scoperto l’effetto che prende il suo nome, che consiste nella variazione della lunghezza d’onda di raggi X diffusi da cristalli, e nel 1925 Heisenberg aveva ipotizzato che un effetto simile si potesse verificare anche per la luce visibile.
Il 28 febbraio del 1928, Raman mostrò che la frequenza della luce monocromatica diffusa variava (effetto Raman) e lo spettro della luce diffusa dipendeva dalla struttura molecolare del materiale diffondente (C. V. Raman, K. S. Krishnan. Nature, 1928, 121, 501).
Lo scattering Raman, come viene ora chiamato, è dovuto a scambi di energia tra i fotoni della luce incidente e le molecole e, dato che fornisce informazioni sulla struttura molecolare, è attualmente un ampio campo di studio e ricerca.
Già dopo un anno e mezzo dalla scoperta si contavano 150 lavori che utilizzavano l’effetto Raman e, dopo due anni, la bibliografia compilata da Kohlrausch ammontava a 225 voci.
Non stupisce come fosse proposto per il Nobel già dal 1929 (da Fabry e Bohr), ma il premio andò a Louis de Broglie e, l’anno successivo, fu riproposto, questa volta da ben 10 proponenti, tra i quali ancora Bohr (da solo o insieme a W.R. Wood), E. Bloch, J. Perrin (insieme ad Heisenberg), L. de Broglie, M. de Broglie, J. Stark, E. Rutherford, C.T. Wilson, R. Pfeiffer.
Ottenne quindi il Premio Nobel del 1930, in un tempo record dopo la sua scoperta, primo indiano e primo asiatico ad ottenere un Nobel, per his work on the diffusion of light and for the effect named after him.
Fece scalpore il fatto che, sebbene la nomina ufficiale avvenisse a metà novembre, Raman aveva prenotato da mesi il viaggio in nave per essere in tempo a Stoccolma il 10 dicembre, insieme alla moglie.
Ci furono anche polemiche perchè il premio non fu attribuito anche al suo allievo e collaboratore K. S. Krishnan, che firmò il lavoro che annunciava l’effetto o ai russi Landsberg e Mandelstam che avevano scoperto lo stesso fenomeno (nel quarzo) e pubblicato una nota qualche mese dopo Raman.
Tuttavia l’indiano non fu proposto da nessuno al Comitato Nobel e i due russi, proposti da Chwolson e Papalexis da Leningrado e anche da Max Born, non davano nessuna interpretazione delle righe spettrali e, peraltro, si rifacevano nel loro lavoro a quello ‘recentemente descritto da Raman’ dimostrando, almeno per il Comitato Nobel la priorità di quest’ultimo. In molti paesi, specie di lingua tedesca, però l’effetto è chiamato Smekal-Raman dal nome dello scienziato che per primo lo ipotizzò nel 1923.
Dopo la cerimonia, Raman fece visita a Bohr a Copenhagen e Sommerfeld a Monaco, tenendo varie conferenze prima di tornare in India.
In patria, il primo indiano insignito di un Nobel divenne un eroe nazionale, contribuì a fondare istituti di ricerca, fondò e diresse anche l’Indian Journal of Physics e l’Accademia Indiana delle Scienze ed ebbe centinaia di studenti e collaboratori, tra i quali l’astrofisico M. Saha, S. Bose e il nipote Chandrasekhar (premio Nobel del 1983).
Nel 1933 si trasferì all’Indian Institute of Science di Bangalore, come Direttore del Dipartimento di Fisica e dal 1948 al Raman Institute of Research sempre a Bangalore, da lui fondato e sviluppato.
Le sue successive ricerche hanno riguardato la diffrazione della luce da parte di onde ultrasonore e ipersonore (1934-42) e, in seguito, lo studio spettroscopico dei cristalli, specialmente la struttura e proprietà ottiche del diamante e sostanze iridescenti (opale, agata, labradorite, perle …).
Si è occupato anche dell’ottica dei colloidi, di anisotropia elettrica e magnetica e della fisiologia della visione.
Ha avuto numerosi dottorati onorari e premi; per meriti scientifici venne nominato Sir nel 1929, ottenne anche la maggiore onorificenza indiana, il Bharat Ratna, nel 1954 e il Premio Lenin per la Pace nel 1957.
Membro di numerose società scientifiche, tra le quali la Pontificia Accademia delle Scienze, fu eletto alla Royal Society già dal 1924, ma nel 1968, con una lettera all’allora presidente Blackett, si dimise senza spiegare i motivi, che permangono tuttora ignoti.
Fondò anche, nel 1943 insieme al Dr. Krishnamurthy, una società chiamata ‘Travancore Chemical and Manufactoring’ (TCM), con varie fabbriche situate nel sud dell’India.
Il 28 febbraio di ogni anno, giorno della scoperta dell’effetto Raman, è stato proclamato, in India, Giornata Nazionale della Scienza.