Bruno Pontecorvo
Di famiglia ebraica non praticante, fratello di Gillo (1919-2006), noto regista, e di Guido (1907-1999), genetista. Dopo essersi diplomato al Liceo classico “Galileo Galilei” e avere frequentato con ottimi risultati il biennio di ingegneria all’Università di Pisa, a 18 anni ottenne di passare al terzo anno di fisica all’Università di Roma, superando l’esame di ammissione.
Dopo essersi laureato, nel 1933 entrò nel gruppo di Enrico Fermi a via Panisperna dove, essendo il più giovane, divenne ‘il Cucciolo’, partecipando agli esperimenti coi neutroni lenti del 1934. Per il suo maestro Fermi conservò sempre un grande amore e stima, riconoscendo l’influsso benefico che ebbe su di lui la sua forte personalità.
Dal 1936 al ’40 si trasferì a Parigi, con una borsa di studio, per lavorare con Frédéric Joliot e Irène Curie allo scattering di neutroni e al fenomeno della isomeria nucleare, scoprendo il fenomeno della fosforescenza nucleare.
A Parigi si accostò al comunismo marxista, pur non partecipando all’attività politica.
Nel 1938 conobbe la studentessa svedese Marianne Nordblom e nacque il primo figlio, Gil.
A causa delle leggi razziali e per le sue idee politiche, non ritornò in Italia, ma rimase a Parigi fino all’invasione nazista del 1940, quindi, passando per la Spagna, raggiunse gli Stati Uniti, dove ottenne un impiego presso una compagnia petrolifera a Tulsa, Oklahoma.
Qui sviluppò una nuova tecnica di introspezione dei pozzi petroliferi (Neutron Well Logging), basata sul tracciamento dei neutroni: è la prima applicazione pratica della scoperta delle proprietà dei neutroni lenti, fatta nel periodo romano.
Fu escluso dalla partecipazione al Progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica, probabilmente a causa delle sue idee filocomuniste, ma, nel 1943, fu chiamato a partecipare a ricerche teoriche al reattore di ricerca ad acqua pesante di Chalk River, nei pressi di Montreal, dove si occupò dello studio dei raggi cosmici e, in particolar modo, di neutrini e del decadimento del muone, dimostrando che decade in un elettrone e due neutrini.
Nel 1948 tornò in Europa e, ottenuta la cittadinanza britannica, lavorò al centro di ricerche nucleari di Harwell (AERE), chiamato da John Cockroft. Qui lavorò al progetto di reattore nucleare britannico alla divisione chimica diretta dallo svizzero Egon Bretscher, nonché ai primi studi di reattori per sommergibili.
Probabilmente per allontanarlo, lui schedato come comunista, dalla conoscenza di progetti segreti sulla costruzione della bomba atomica, dopo il caso di Klaus Fuchs (capo della divisione teorica ad Harwell, che confessò nel 1950 di essere stata una spia sovietica) gli venne offerta una cattedra all’Università di Liverpool, che doveva occupare nel gennaio 1951.
Tuttavia nell’agosto 1950 partì per una vacanza in Italia e, da qui, senza avvisare amici e parenti, si trasferì con moglie e i tre figli a Stoccolma e poi ad Helsinki, dove fu aiutato ad entrare in Unione Sovietica.
La sua sparizione – fino al ’55 non si seppe più nulla – fece pensare ad un nuovo ‘caso Majorana’ e mise in forte imbarazzo i servizi segreti inglesi, timorosi di un nuovo caso di spionaggio, anche se Bretscher dichiarò che non aveva mai partecipato a ricerche sulla bomba atomica e tuttavia un fisico dalle qualità eccezionali come lui sarebbe di grande valore se ammesso a collaborare al progetto nucleare sovietico.
In URSS cambiò il suo nome in Bruno Maksimovic Pontekorvo (Бруно Максимович Понтекорво)e si stabilì a Dubna, dove era sorto un centro di ricerche nucleari (dal 1956 Joint Institute for Nuclear Researches – JINR, in russo ОИЯИ), lavorando sulle particelle elementari.
Sotto la sua direzione, all’acceleratore per protoni da 480 Mev il più potente fino alla nascita del CERN, fu condotta una serie di ricerche dal ’51 al ’54 con la prima produzione di pioni neutri.
Dal 1954 al ’57 si dedicò all’interazione di pioni con nuclei e, in seguito, propose e sostenne con forza l’ipotesi dell’esistenza di due tipi di neutrini. La verifica sperimentale venne da Jack Steinberger, Leon Lederman e Melvin Schwartz che per questo ebbero il Premio Nobel del 1988.
Propose anche come rivelare gli antineutrini prodotti nei reattori nucleari, metodo utilizzato nel 1956 a Savannah River negli Stati Uniti da Frederick Reines, che per questo ricevette il Premio Nobel del 1995.
La sua altra idea – del 1957 e sviluppata fino al 1967 – che i neutrini si potessero trasformare in un altro tipo di neutrino (oscillazione del neutrino), è stata verificata in neutrini solari nel 1968 e solo recentemente confermata in neutrini atmosferici (esperimento Super Kamiokande in Giappone, 1998) e in fasci di neutrini da acceleratori (esperimento MINOS al Fermilab, 2006, e OPERA ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, 2010).
Nel 1955 apparve in pubblico con una conferenza stampa durante la quale spiegò le ragioni del suo abbandono dell’Occidente e della sua adesione al comunismo. Solo nel 1978 potè tornare in visita in Italia, in occasione dei 70 anni di Edoardo Amaldi.
Dedicò molta attenzione all’attività didattica. È stato titolare della cattedra di fisica delle particelle elementari dell’Università di Mosca e ha esercitato un notevole influsso sulla formazione dei giovani fisici sovietici in tale settore.
Dal 1955 è stato membro del Partito Comunista dell’URSS e ha partecipato attivamente ai lavori della Società per la diffusione della cultura presso tutti gli strati della popolazione. Spesso ha tenuto lezioni o partecipato a interventi nei luoghi più disparati, dai circoli di fabbrica alle navi della flotta dell’Estremo Oriente. Si è interessato dei problemi di genere più diverso, come le comunicazioni ferroviarie tra Dubna e Mosca o l’organizzazione di un nuovo gruppo teatrale presso il teatro Taganka.
Per i suoi meriti scientifici ha ottenuto il Premio Stalin nel 1953 e, nel 1963, il premio Lenin. Nel 1964 fu eletto membro dell’Accademia delle Scienze dell’URSS.
Per i meriti acquisiti nel promuovere lo sviluppo della fisica nucleare e per la sua intensa attività sociale è stato insignito dell’ordine di Lenin e di due ordini della Bandiera Rossa del Lavoro.
Ha praticato sempre con notevole successo diversi sport: in gioventù fu un ottimo giocatore di tennis ed è stato per anni la prima racchetta di Dubna. È stato uno dei promotori e propagandisti della diffusione della pesca subacquea in Russia e, a Dubna, è stato uno dei primi ad appassionarsi di sci d’acqua.
Morì affetto da Parkinson e le sue ceneri sono state deposte metà a Roma, nel cimitero acattolico (o ‘degli Inglesi’) al Testaccio, e metà a Dubna.
Nel 1995 fu istituito in sua memoria il Premio Pontecorvo, attribuito a Dubna per ricerche sulle particelle elementari.
Fu più volte accusato di essere stato una spia, grazie a rivelazioni di giornalisti sovietici, mai provate ed anzi smentite, e questo, senza dubbio, lo ha privato in Occidente dei riconoscimenti che avrebbe meritato. In un’intervista ha dichiarato: io credo di essere sempre stato una persona per bene, anche se alle volte forse ho fatto delle scelte sbagliate; cosa è più importante, fare le scelte giuste o essere una persona per bene?
In occasione del centesimo anniversario della nascita di B. Pontecorvo, l’INFN e l’Università di Roma La Sapienza hanno organizzato il Convegno “The legacy of Bruno Pontecorvo: the Man and the Scientist, 11 e 12 settembre 2013 (Atti pubblicati nel volume: L. Bonolis, C. Dionisi, N. Robotti (curatori). Conference Proceedings 107, SIF Edizioni Scientifiche, Bologna 2014).
[Nel 2013 è stato presentato il documentario Maksimovič. La storia di Bruno Pontecorvo, realizzato dal regista Diego Cenetiempo e ideato da Giuseppe Mussardo (SISSA, Trieste). Il film ha ricevuto il Gran Premio della Giuria come miglior documentario scientifico all’International Scientific Film Festival (Roma 2014). La prima internazionale di questo lavoro aveva avuto luogo il 22 agosto 2013 a Mosca, nel giorno stesso in cui si celebravano i cent’anni dalla nascita dello scienziato.
Qui il trailer del film.] [NdR 2020]