Andrej Dmitrievič Sacharov (АНДРЕЙ ДМИТРИЕВИЧ САХАРОВ)
Nato da una famiglia dell’intelligentia russa, il padre Dmitri era insegnante di fisica e autore di libri di testo e di divulgazione; tra i suoi antenati figurano militari nobili e preti ortodossi. Studiò a casa per i primi anni sotto la guida del padre, entrando a scuola solo dopo le elementari. Introverso e concentrato sui suoi interessi intellettuali, tra i quali la poesia di Alexander Puskin, aveva la caratteristica di scrivere contemporaneamente con entrambe le mani.
Entrò all’Università di Mosca per studiare fisica nel 1938, in un periodo nero per il dipartimento, devastato dalle purghe staliniane, aggravato poi dall’invasione hitleriana del 1941. Ritenuto inabile al servizio militare per motivi di salute, insieme ai pochi studenti e docenti rimasti fu evacuato ad Ashkabad in Asia Centrale, dove si laureò con lode nel 1942. Con la guerra al culmine rifiutò di entrare al dottorato e fu utilizzato in una fabbrica di munizioni, dove conobbe Klavdia Vikhireva che sposò nel 1943.
Nel 1945, desiderando riprendere gli studi, tornò a Mosca e si iscrisse al dottorato presso il FIAN, l’Istituto di Fisica dell’Accademia delle Scienze dell’URSS, sotto la guida di Igor Tamm, capo del dipartimento teorico (Premio Nobel per la Fisica nel 1958). I suoi studi di fisica teorica riguardarono la asimmetria tra materia e antimateria nelle prime fasi dell’espansione dell’universo, che pensava connessa con la violazione della simmetria CP a livello microscopico. Altro campo di interesse fu l’unificazione della gravitazione con le altre forze e la sua relazione con le proprietà del “vuoto quantistico”.
Il mattino del 7 agosto 1945 lesse sul giornale l’annuncio che una bomba di potere distruttivo enorme era stata lanciata su Hiroshima e ne fu profondamente colpito: mi cedettero le gambe e non avevo dubbi che il mio destino e il destino di tanti altri, forse del mondo intero, era cambiato quella notte. Qualcosa di nuovo e tremendo era entrato nella nostra vita, un prodotto della più nobile delle scienze, della disciplina che amavo.
Da allora prese parte alle ricerche per la realizzazione del programma nucleare sovietico, convinto che questo fosse necessario per il suo paese e per il mondo intero: nel 1948 nessuno mi chiese se volevo partecipare a quel progetto, non avevo possibilità di scelta, ma la concentrazione, la totale dedizione e l’energia che vi dedicai erano una mia decisione. Dopo molti anni vorrei spiegare questa mia dedizione, innanzitutto c’era la possibilità di fare della fisica stupenda… la reazione termonucleare, la misteriosa fonte di energia del sole e delle stelle, era alla mia portata, ma questa infatuazione per una spettacolare nuova fisica non era la mia motivazione principale, in fondo potevo trovare altri problemi di fisica teorica altrettanto interessanti, quello che era più importante per me e per Tamm e gli altri era la convinzione che il nostro lavoro fosse indispensabile alla nazione…
Nel 1950 suggerì un nuovo modo di ottenere un’arma termonucleare, per la prima volta provata il 12 agosto 1953, ma quella esperienza trasformò la sua vita, forzandolo a riflettere sulla politica legata al proprio lavoro. Cresciuto nella prima generazione sovietica post-rivoluzione, sotto gli ideali comunisti di uguaglianza e giustizia sociale, credeva nella ideologia sovietica e pianse la morte di Stalin nel 1953: anche se conoscevo gli orribili crimini commessi avevo ancora l’idea, instillata dalla propaganda, che la sofferenza fosse indispensabile durante i grandi rivolgimenti storici, ma soprattutto era convinto che, dopo una così terribile guerra, fosse necessario rendere la nazione più forte per assicurare la pace.
Gli ci vollero anni, confessò più tardi, per convincersi di quanta demagogia e falsità ci fossero nella teoria dell’”equilibrio del terrore” delle superpotenze.
A differenza di Oppenheimer, non pensò mai che i fisici avessero conosciuto il peccato lavorando alle armi nucleari, né fu orgoglioso, come Edward Teller, di aver convinto i politici della necessità di costruire la bomba ad idrogeno (i leader sovietici peraltro non avevano bisogno di essere convinti). Si sentiva però vicino ad entrambi, quando Oppenheimer fu considerato dal governo americano un pericolo per la sicurezza notò uno stretto parallelo tra il suo destino e il mio, ma negli anni tra il ’40 e il ’50 la sua posizione era praticamente l’immagine speculare sovietica di Teller, a differenza di questo però non aveva da contrastare nessuna opinione contraria dei colleghi.
Spesso si chiese se gli scienziati atomici avessero davvero contribuito a mantenere la pace sostenendo l’equilibrio nucleare e tentò di influenzare le scelte politiche e strategiche. Nel 1967 preparò un memorandum sulla strategia dell’equilibrio nucleare e sulla corsa agli armamenti che consigliava i sovietici di accettare una moratoria sui missili balistici. Si era convinto che gli intellettuali potessero influenzare le scelte fondamentali della nostra società verso ideali di convergenza, società aperta e governo mondiale che si sostituissero all’equilibrio della forza ed espose queste sue idee nel saggio Progresso, coesistenza e libertà intellettuale (1968), rendendosi conto che potevano essere utopistiche, tuttavia necessarie.
Parallelamente alle ricerche belliche insieme a Tamm nel 1950 propose un progetto di fusione termonucleare controllata il TOKAMAK (abbreviazione di Toroidal Chamber with Magnetic Coil, in russo) attualmente considerato uno dei promettenti candidati.
Nel frattempo associava alla sua attività di fisica teorica fondamentale una crescente attività politica entrando in contatto con il nascente movimento per i diritti umani. Insieme ad altri dissidenti fondò nel 1970 il Comitato per i diritti civili e nel movimento conobbe Elena Bonner che divenne sua compagna di lotta e di ideali e che sposò nel 1972. Lavorarono insieme a articoli, interviste, appelli e dimostrazioni in difesa dei perseguitati politici. Già aveva dato prova di sensibilità verso i perseguitati nel 1951, aiutando ed ospitando a casa sua il matematico Agrest, espulso per la sua fede ebraica, e spesso negli anni ’60 aveva approfittato delle sue conoscenze politiche per intervenire a sostegno di dissidenti perseguitati.
Quando la sua posizione pubblica e il sostegno internazionale crebbero, il regime lo pose sotto stretta sorveglianza, dopo numerose denunce (spesso di colleghi dell’Accademia delle Scienze) ed anche lettere ai giornali di “semplici cittadini”, che lo associavano all’altro grande dissidente Alexander Solzhenitsyn.
Fu Solzhenitsyn, premio Nobel per la letteratura nel 1970, che propose Sacharov per il Premio Nobel per la Pace, che ottenne nel 1975, … il suo personale coinvolgimento a sostegno dei principi fondamentali della pace; la lotta senza compromessi contro gli abusi del potere e ogni forma di violazione della dignità umana; la sua battaglia per un governo fondato sulla legalità … Le autorità sovietiche non gli permisero di uscire dal paese per ricevere il premio con la motivazione della sua conoscenza di segreti militari e il premio fu ritirato dalla moglie Elena.
Nel suo continuo sviluppo dell’idea di scienza per la società propose nel 1974 un sistema globale di informazione che dia ad ogni persona la possibilità di libera e individuale scelta, e accesso ad ogni libro o rivista o giornale pubblicati (Il mondo tra mezzo secolo, ed. it. 1992), 18 anni prima della nascita del Web!
In seguito riconobbe connessioni tra repressione e violazione dei diritti umani all’interno e violenza internazionale e manifestò contro l’invasione dell’Afghanistan nel 1979. Il Politburo non osò arrestarlo e fu esiliato per sette anni a Gorky, città proibita agli stranieri, inoltre gli furono tolte tutte le onorificenze conferite dal governo. Durante l’esilio la comunità dei fisici americani si mobilitò in una campagna in sua difesa, sostenuta soprattutto da Physics Today, mentre lui scriveva le sue memorie, regolarmente sequestrate.
Dopo l’elezione di Gorbachev nel 1985 e l’avvio della perestroika potè tornare a Mosca riprendendo le sue attività e chiedendo cambiamenti più radicali. Fu eletto nel 1989 al nuovo Parlamento, il Congresso dei Deputati del Popolo, come leader del partito di opposizione democratica. In questo ruolo iniziò a stendere una nuova Costituzione, ma dopo una difficile giornata di discussioni, improvvisamente fu stroncato da un attacco cardiaco. La Costituzione fu poi approvata secondo i suoi auspici.