Alberto Gigli Berzolari
Studiò all’Università di Pavia dove si laureò nel 1945, allievo di Orazio Specchia e Piero Caldirola. Nel 1948 ottenne una borsa di studio del CNR per recarsi presso il Centro Studi di Fisica Nucleare e delle Particelle Elementari fondato da Edoardo Amaldi che era riuscito a fare convergere a Roma molti promettenti giovani fisici da tutta Italia – tra questi Carlo Castagnoli, Alessandro Alberigi Quaranta, Giuseppe Fidecaro, Giovanni Boato, Raul Gatto, Ruggero Querzoli, Antonino Zichichi, Giacomo Morpurgo, Carlo Franzinetti, Carlo Bernardini, Giorgio Careri, Italo Federico Quercia, insieme ai più anziani Mario Ageno, Marcello Conversi, Ettore Pancini, Giulio Cortini e altri. Insegnanti erano, oltre ad Amaldi, Gilberto Bernardini, Bruno Ferretti, Enrico Persico e Gian Carlo Wick.
Nonostante avesse la borsa per trascorrervi sei mesi, restò per sei anni, lavorando soprattutto con Edoardo Amaldi insieme a Carlo Castagnoli e Sebastiano Sciuti, al gruppo che preparava un esperimento sulla radiazione cosmica al laboratorio della Testa Grigia, sopra Cervinia al Plateau Rosà, poi proseguito in galleria.
Passò alla Testa Grigia due anni, dal 1948 al ’50, occupandosi dei rapporti tra componente penetrante e componente elettrofotonica negli sciami estesi della radiazione cosmica, utilizzando camere di ionizzazione schermate sotto piombo accoppiate a contatori di Geiger e Mϋller. In varie occasioni ricordò quegli anni con commozione per il grande entusiasmo, la fantasia e creatività, benché si lavorasse in condizioni di fortuna e con mezzi precari. Rammentava anche i cordiali rapporti con i montanari locali, guide alpine e maestri di sci, che li chiamavano i “cosmici”, e spesso i “comici”.
Arrotondava la borsa di studio con un incarico di consulente presso una Società elettronica legata alla FIAT, procurato da Amaldi, ma la vita a Roma in quegli anni era difficile: A mezzogiorno consumavamo i pasti alla mensa organizzata, alla meglio, nello scantinato dell’Istituto. Alla sera Carletto (Castagnoli) ed io consumavamo la cena alla mensa popolare dell’ONARMO, gestita da suore; tra barboni e poveracci ci mettevamo in fila e … ci passavano, attraverso un piccolo buco nel muro, una ciotola di pasta e fagioli … nei mesi estivi rinunciavamo alla mensa delle suore e accanto a una fontanella da strada, seduti sul marciapiede, mangiavamo un paio di pesche e un grappolo d’uva. Volendo far festa, a volte, si andava in pizzeria…
Nel 1951 proseguì le ricerche sulla radiazione cosmica sotto grandi spessori di roccia in una galleria presso Tivoli con un nuovo gruppo di giovani neolaureati. Con lo stesso gruppo si impegnò poi nello studio teorico e sperimentale dei rivelatori visualizzanti di particelle cariche come camere a diffusione e camere a bolle, in preparazione della sperimentazione con l’Elettrosincrotrone, allora in progetto presso i nuovi Laboratori di Frascati dell’INFN.
Si trasferì poi a Genova su invito di Ettore Pancini, facendo per qualche anno il pendolare con Roma.
Nel 1959 risultò tra i vincitori al concorso di Fisica Generale chiesto dalla Università di Parma. Primo della terna era Castagnoli, lui fu secondo e Guido Tagliaferri terzo. Castagnoli ebbe la cattedra a Parma e subito dopo, a febbraio del 1960, lo fece chiamare in quella sede sulla cattedra di Fisica Superiore. Non ebbe dubbio e, rinunciando ad altre offerte anche allettanti, raggiunse l’amico con il primo treno!
A Parma riuscirono insieme a creare, in poco tempo, un ambiente vivace, di creatività scientifica, di avanzata didattica ed atmosfera ambientale libera e democratica. Ricorda: Abbiamo anche avuto la fortuna di trovare in quella sede giovani e meno giovani con i quali è stato assai facile la comunione di idee; erano gli insegnamenti che avevamo ricevuto da Amaldi, pur sempre riferimento sicuro …
Nel 1962 si trasferì nella sua Pavia come docente di Fisica Generale.
È considerato il fondatore della fisica nucleare pavese: ha creato l’Istituto di Fisica Nucleare, del quale divenne direttore e il gruppo collegato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, poi sezione INFN.
Fino al 1990 ha tenuto il corso di Fisica 2, che gli studenti chiamavano la fisicona e adesso è Elettromagnetismo, onde e ottica. Con gli studenti era severo, si faceva sentire se qualcuno arrivava con 5 minuti di ritardo, amava il confronto, si discuteva nei corridoi, sempre alla ricerca del senso critico delle cose, ricorda Adalberto Piazzoli.
È stato Rettore dell’Università di Pavia, nel biennio 1976 -’77 e poi ancora nel 1982-‘83 e, per due volte, Preside della Facoltà di Scienze (nel 1969-’70 e nel 1975-’76). Per due anni, dal 1976 al ’77, è stato Presidente dell’INFN. Dal 1997 era professore emerito di Fisica generale.
Fino a pochi mesi fa passava ancora nel dipartimento di Fisica nucleare, legato con affetto e passione a quell’istituto che lui stesso contribuì a creare negli anni Sessanta.
Le sue ricerche hanno spaziato dalla conducibilità elettrica a basse temperature, alla risonanza magnetica nucleare, fisica delle particelle elementari, fisica nucleare, strumentazione nucleare, lavorando anche a Liverpool, Ginevra, Grenoble, e ha anche preso parte al progetto ‘Icarus’ del premio Nobel Carlo Rubbia ai Laboratori del Gran Sasso.
Era membro delle più prestigiose società e accademie scientifiche, della Società Italiana di Fisica, della American Physical Society, della Società Europea di Fisica, e dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere.
La sua produzione scientifica è contenuta in un centinaio di lavori pubblicati, in gran parte, sulle più importanti riviste internazionali.